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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Crisi economica: firmato protocollo tra Regione, Ceu e Anci

La Regione Umbria, Anci e Ceu hanno firmato un protocollo d'intesa attraverso il quale si stanziano 100mila euro a sostegno del Fondo di solidarietà della conferenza episcopale Umbra

L'Umbria, Anci e Ceu firmano un protocollo d'intesa con il quale si stanziano 100mila euro a sostegno del Fondo di solidarietà della conferenza episcopale Umbra.

"Abbiamo voluto rinnovare il nostro impegno finanziario a sostegno del Fondo di solidarietà della Conferenza episcopale umbra perché così possiamo realizzare interventi di aiuto e sostegno verso quelle famiglie che per ragioni diverse sarebbero difficilmente raggiungibili dalla rete pubblica dei servizi sociali"; ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia marini, in occasione della firma dell'accordo.

Il protocollo è stato sottoscritto oltre che dalla Presidente Marini, dal presidente della Ceu, monsignor Vincenzo Paglia, dal presidente dell’Anci, Wladimiro Boccali, presenti anche l’assessore regionale alle politiche sociali, Carla Casciari ed il sindaco di Massa Martana, Maria Pia Bruscolotti, che per l’Anci segue il settore del welfare.

La Marini ha tenuto a sottolineare come l’attività del Fondo e la partecipazione finanziaria della Regione, svolga una funzione integrativa delle politiche a favore della famiglia che la regione sta mettendo in atto, grazie alla nuova legge regionale: “La nostra adesione al Fondo è ispirata al principio della sussidiarietà e vuole favorire l’attività della CEU che attraverso le strutture della Caritas è in grado di offrire aiuto e sostegno diretto ed immediato a quelle famiglie ad alto rischio di marginalità e povertà”.

"Questo è un esempio di sussidiarietà praticata e non parlata – ha detto il presidente dell’Anci Boccali – che realizza aiuto ed interventi concreti e riesce a raggiungere quelle ‘zone grigie’ della popolazione, sia italiana che immigrata, che altrimenti non potrebbero contare su alcun tipo di aiuto pubblico”.

Monsignor Paglia, nell’illustrare l’attività svolta nel corso dei 18 mesi di vita del Fondo, ha tenuto a sottolineare come la drammaticità della condizione di moltissime famiglie ha imposto il rinnovo di una iniziativa di solidarietà che vede coinvolte tutte le parrocchie della regione: “Ciò che ci preoccupa maggiormente è il continuo aumento del numero di persone e famiglie che scivolano verso la povertà. Inoltre, per tantissimi lavoratori della nostra regione si sta anche esaurendo il beneficio della cassa integrazione e di altri ammortizzatori sociali per cui il sostegno del Fondo diviene l’unico ed ultimo strumento in grado di offrire un pò di solidarietà che in taluni casi è fondamentale per la stessa sopravvivenza”.

La Chiesa umbra ha rilanciato la raccolta per il Fondo di solidarietà, attivato nel 2009 e con costi di gestione pressoché zero, con l’obiettivo di portare da sei a dodici mesi l’aiuto alle famiglie, rivolgendo un appello a tutti: cittadini, sacerdoti, religiosi, imprenditori, politici, professionisti, rappresentanti delle associazioni cattoliche e non, di categoria e del mondo bancario, produttivo ed istituzionale. Finora sono stati raccolti oltre 1 milione e 900 mila euro (1.902.571,03) e sono state aiutate più di mille famiglie in difficoltà per un importo complessivo impegnato (al 31 dicembre 2011) di circa 1 milione e 835mila euro. Dei 1008 nuclei familiari aiutati, il 51 per cento ha la cittadinanza italiana; sono così ripartiti per ciascuna delle otto Diocesi dell’Umbria: 89 Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino; 110 Città di Castello; 89 Foligno; 40 Gubbio; 93 Orvieto-Todi; 310 Perugia - Città della Pieve; 109 Spoleto-Norcia; 168 Terni-Narni-Amelia.
   
Inoltre, nel 2011, con risorse proprie e del Fondo nazionale per le famiglie, la Regione ha attuato una serie di azioni mirate all’abbattimento dei costi di servizi per le famiglie con figli numerosi, la riorganizzazione dei consultori familiari, la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari, interventi per favorire la permanenza o il ritorno in famiglia di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti.


 

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