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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia Foligno

F35 sì o F35 no? C'è chi è convinto che potrebbero far ripartire l'economia umbra

Si è tenuta oggi, 9 aprile, un'importante riunione a Foligno alla quale hanno partecipato i massimi vertici del ministero della Difesa, della Lockheed Martin, della Alenia e delle principali aziende italiane coinvolte nella costruzione degli F35

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti qualche giorno fa aveva già tranquillizzato tutti: “Io dico ai militari di stare sereni perché, lo ha detto il premier Renzi, quando parliamo di forze armate e della necessità che l’Italia continui a svolgere il suo ruolo per la sicurezza del mondo, significa che non possiamo fare passi indietro”. Quindi nessun dietro front sui discutissimi F35, “perché il problema non sono gli aerei, ma gli sprechi”.

E non importa se gli F35 siano in molti a non volerli, considerandoli come un enorme dispendio di denaro preso direttamente dalle tasche dei cittadini che stentano ad arrivare a fine mese.  Sulla difesa non si può tagliare. Della stessa lunghezza d’onda Renato Cesca, presidente della Ncm, e Umberto Tonti, presidente della Oma Spa, aziende meccaniche con sede a Foligno che si occupano proprio della costruzione degli aerei.

Le parole sono arrivate a margine di un incontro che si è tenuto oggi, 9 aprile, al quale hanno partecipato i massimi vertici del ministero della Difesa, della Lockheed Martin, della Alenia e delle principali aziende italiane coinvolte. “Al di là delle tante cose che si sono dette sull’argomento – hanno dichiarato i due imprenditori -, bisogna ribadire che la realizzazione degli F35 rappresenta un’occasione importante per l’Italia e l’Umbria, non solo in termini di crescita occupazionale e di aumento generale dei livelli di ricchezza, ma anche di innovazione tecnologica”.

Occasione importante che sta nella ripresa economica della piccola Umbria, dato che i due colossi hanno fatto sapere “proprio per partecipare al programma di realizzazione degli F35 le due aziende hanno avviato nuovi e consistenti investimenti, che hanno portato anche a un sensibile incremento della manodopera specializzata”.

Le polemiche politiche che hanno interessato il programma hanno creato qualche preoccupazione, questo è ovvio, ma Cesca e Tonti ribadiscono: “Siamo d’accordo sulla necessità di andare a una razionalizzazione delle spese generali dello Stato, ma i tagli devono riguardare la spesa pubblica improduttiva e le tante sacche di inefficienza esistenti, attraverso la completa riorganizzazione della pubblica amministrazione. Cominciare a tagliare proprio sugli investimenti sarebbe folle, non solo perché gli F35 consentiranno un concreto rafforzamento della difesa aerea del Paese, ma anche perché questo programma rappresenta una delle poche misure anticicliche di cui l’Italia avrebbe tanto bisogno per valorizzare al meglio le competenze esistenti nel nostro tessuto produttivo e rilanciare l’economia italiana”.

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