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Lavorare in Umbria. E' nuovamente caos all'ex Novelli: altri licenziamenti, alla faccia dell'accordo con la proprietà

Quello che sta accadendo alla Novelli - stabilimenti in provincia di Perugia e in quella di Terni - è veramente inaspettato, come ribadito dai lavoratori e dai sindacati stessi

Prima la crisi, poi la nuova azienda giunta per rilanciare il marchio e investire e ora invece i licenziamenti duri e puri. Quello che sta accadendo alla Novelli - stabilimenti in provincia di Perugia e in quella di Terni - è veramente inaspettato, come ribadito dai lavoratori e dai sindacati stessi. Eh già perchè degli investimenti previsti dal piano industriale firmato dalla società greco non si è ancora vista traccia, mentre è stata notificata ieri l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per sette impiegati di fattorie Novelli che operano a Spoleto.

"Possiamo affermare che il Gruppo Greco - hanno scritto in una nota congiunta le segreterie nazionali e della regione Umbria di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil - continua ad agire con arroganza e incoerenza rispetto a quanto previsto dagli accordi sottoscritti in sede ministeriale dopo trattative durate mesi. Ad oggi non v’è traccia dei 30 Milioni di investimenti annunciati e l’azienda continua a pretendere il rispetto degli accordi solo ed esclusivamente in una funzione di riduzione del personale e a danno dei lavoratori. Consideriamo questo approccio - a poche ore dall’incontro che si terrà il prossimo Lunedì presso il Ministero dello Sviluppo Economico - l’ennesima provocazione di un management che non solo non ha avuto nessun rispetto dei lavoratori in questi mesi ma che si prende gioco della credibilità delle Istituzioni stesse che hanno lavorato in questi mesi, insieme alle OOSS, per garantire continuità e prospettive future ad una realtà industriale che occupa circa 500 persone".

Il sindacato è pronto a far saltare l'accordo sottoscritto il 13 aprile scorso e infatti al tavolo al Mise minaccia: "Se l’azienda vuole procedere alla riorganizzazione deve mettere sul tavolo gli investimenti previsti dall’accordo, qualora continui con la logica dei licenziamenti e delle chiusure dei siti produttivi, vuol dire che l’accordo sottoscritto lo scorso 13 Aprile non è più credibile, dunque superato".

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