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L'economia ristagna e l'Umbria in crisi scivola sempre più a Sud: "Crescita inferiore al Mezzoggiorno"

A lanciare l'allarme la Cigl umbra: "Colpisce la distanza crescente con le vicine Marche, solo un 'Patto per il lavoro' può garantire la tenuta economica e sociale della regione"

Il 'cuore verde d'Italia' continua a perdere battiti, almeno dal punto di vista economico, con il rischio di scivolare sempre più a 'Sud'. A lanciare l'allarme è Fabrizio Fratini, presidente Ires Cgil Umbria: "Allarmanti sono gli ultimi dati consolidati sull’andamento del Pil riferiti al 2018 - afferma Fratini -, che vedono ancora una volta la nostra regione in fortissimo ritardo rispetto a quelle limitrofe e addirittura al di sotto della media del Mezzogiorno. Con una crescita praticamente nulla nel 2018 (+0,07%) l’Umbria si pone ancora una volta agli ultimi posti nel Paese, che già cresce a ritmi più lenti del resto d’Europa e questo non fa che accrescere il distacco accumulato dalla nostra regione”.

MEGLIO LE MARCHE - Una situazione che è difficile accettare soprattutto se si guarda vicino: “Colpisce in particolare l’enorme distanza tra la crescita registrata nelle Marche nel 2018 (+3,05%) e il ristagno della nostra economia - commenta invece Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria -. Un dato che conferma ancora una volta la mancanza di un progetto complessivo di rilancio dell’Umbria, che in questi anni abbiamo insistentemente richiesto, purtroppo inascoltati. Sono più di 10 anni che accumuliamo ritardi e per recuperare ce ne vorranno almeno altri 10, ma se non si parte subito con un vero 'Patto per il lavoro’, sul modello di quello dell’Emilia Romagna, le differenze continueranno ad allargarsi e arriveremo ad una definitiva rottura della tenuta, non solo economica, ma soprattutto sociale dell’Umbria”. 

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