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Economia

Tasse, liquidità e ammortizzatori sociali, i tre interventi per salvare le imprese e ripartire per Confcommercio Umbria

Il presidente Giorgio Mencaroni: "Intervenire per dare una prospettiva economica all’Umbria. Occorre ragionare sulla riapertura selettiva delle attività produttive"

Tre interventi per salvare le imprese e ripartire, ecco la ricetta del presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni, che ieri si è confrontato su questi temi con la Giunta nazionale di Confcommercio, ribadisce con forza quali sono le necessità delle imprese oggi, a un mese dal lockdown.

"Noi imprenditori siamo combattenti e non molliamo, ma questa emergenza sanitaria e poi economica sta mettendo alle corde il sistema economico dell’Umbria. Occorrono interventi ancora più coraggiosi su almeno tre fronti: liquidità alle imprese, tassazione, ammortizzatori sociali e costo del lavoro. Questi interventi dovranno arrivare in tempi brevissimi, per salvare le imprese e l’occupazione, per far ripartire la nostra economia. E occorre cominciare a ragionare di riapertura delle attività produttive, che sia ragionevolmente selettiva, ma subito inserita in una strategia chiara e condivisa: una prospettiva dovuta a chi è costretto a stare fermo, con le spese che invece corrono".

Liquidità per le imprese

Per Confcommercio il decreto liquidità è una risposta parziale e non risolutiva: è una promessa, ma non è ancora chiara quale sarà la riposta delle banche. Il problema centrale per le imprese è la necessità, oggi e non domani, di liquidità a zero burocrazia, in maniera semplice, rapida e accessibile. Alcuni limiti del decreto saltano subito agli occhi, come la soglia dei 25mila euro per avere finanziamenti con tempi più brevi e in maniera più semplice, che rischia di penalizzare chi ha maggiori esigenze di liquidità. Per chi chiede importi maggiori, ci saremmo aspettati inoltre tempi più lunghi per la restituzione, almeno 15 anni rispetto ai 6 previsti.

Stop alla tassazione

La sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali per i mesi di aprile e maggio 2020 naturalmente non basta, perché non è immaginabile che dopo quella scadenza le imprese saranno in grado di fronteggiare tutti i pagamenti. Il governo, secondo Confcommercio, dovrà intervenire con misure di più ampio respiro. La proroga per alcuni mesi delle tasse locali, che peraltro non è stata adottata da tutte le amministrazioni comunali umbre, non è comunque sufficiente per le imprese. La misura auspicata da Confcommercio è dunque uno stop per tutto l’anno 2020 per tassa sui rifiuti, occupazione del suolo pubblico, pubblicità e Imu. O quantomeno una riparametrazione sulla base dei periodi di effettiva apertura delle imprese. Le risorse potrebbero provenire dal Fondo crediti di dubbia esigibilità dei Comuni. "Il 21 febbraio è stato registrato in Italia il primo caso di coronavirus. Il 24 febbraio stavamo già chiedendo il riconoscimento dello stato di calamità per il turismo e l’indotto, perché questo è stato il settore colpito subito e per primo", commenta il presidente Giorgio Mencaroni.

Ammortizzatori sociali e costo del lavoro

Secondo Confcommercio occorre pensare da subito a una estensione degli ammortizzatori sociali oltre le nove settimane già previste, vista l’incertezza che c’è sui tempi di riapertura delle attività. Le imprese che riusciranno a riaprire, una volta terminato il lockdown, dovranno inoltre poter contare da subito su un taglio del costo del lavoro che consenta di fare i primi passi, almeno per 18 mesi, e mantenere i livelli occupazionali. Da affrontare, con estrema sollecitudine, anche il tema dei lavoratori stagionali impiegati in diversi settori economici.

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