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Economia

Coronavirus, l'Umbria che lavora e resiste. Susa trasporti: "Portiamo in tutta italia merci, uniamo il Paese, ma tra mille difficoltà"

La ditta di trasporti umbra con 40 filiali in tutta Italia anche nell’emergenza garantisce il rifornimento alle aziende del settore produttivo. L'amministratore Cecchetti: "Difficile trovare mascherine per il nostro personale"

“Ogni giorno unisce l’Italia”. Questa la frase che troviamo sui camion della Susa, azienda umbra di trasporti con sede a San Mariano di Corciano, che in questo periodo d’emergenza è attiva più che mai svolgendo un lavoro indispensabile di trasporto e distribuzione delle merci su tutto il territorio nazionale.

Duemila tra dipendenti e collaboratori, la Susa ha un parco di circa 750 automezzi che operano in tutta Italia  nei quaranta centri periferici per la distribuzione delle merci, e ogni notte i suoi camion percorrono circa 150mila chilometri. “Lo stop della maggior parte delle attività ha portato indubbiamente un calo del lavoro anche se comunque la percorrenza media giornaliera oggi è attestata sui 100mila chilometri - afferma Flavio Cecchetti, presidente e amministratore delegato dell’azienda – fino ad un mese fa trasportavamo circa 35mila quintali di merce al giorno, oggi invece ne trasportiamo circa 11mila, quindi un calo del lavoro importante, circa il 66 per cento”.

Nonostante questo inevitabile calo dell’attività la Susa svolge un ruolo fondamentale nel settore industriale metalmeccanico, rifornendo le aziende di materiali e componenti che consentono di non interrompere la produzione. “Tutte le nostre filiali sono aperte – prosegue Cecchetti – con esclusione di quella di Brescia che abbiamo dovuto chiudere per provvedere alla sanificazione e alla messa in sicurezza. Viaggiare in questo periodo soprattutto nelle regioni del nord è davvero difficile, sembra di essere in guerra, ma le aziende aperte vanno rifornite, e pur con qualche difficoltà in più portiamo avanti il nostro lavoro. Quello che invece oggi ci mette in difficoltà è invece il settore dell’auto. Trasportiamo i ricambi per la maggior parte delle Case automobilistiche, ma la quasi totale chiusura delle concessionarie ha quasi azzerato questo servizio che per noi rappresenta il 30 per cento del fatturato”.

Trasportate anche materiale sanitario?

“Non molto, abbiamo qualche cliente, in particolare c’è un’azienda di Spello che produceva salviette monouso e che ora si è riconvertita producendo salviette sanificanti, spediscono moltissimo in tutta Italia e noi gli forniamo un fondamentale supporto logistico”.

Come proteggete il vostro personale?

“Dall’inizio della crisi abbiamo una persona che si occupa esclusivamente della sicurezza dei nostri  autisti e del personale che opera sul campo. Il problema ora sono le mascherine, non si trovano, è difficile reperirle e i prezzi sono cresciuti da un euro e 50 a 5 euro, ma non è questo il problema, non se ne trovano, ed è questo il problema più grande. Seguiamo comunque le direttive del governo, l’autista non deve mai scendere dal camion durante le operazioni di carico e scarico e deve essere adeguatamente protetto.  Abbiamo 400 autisti, ma nessuno di loro è lasciato a casa, preferiamo adottare una rotazione e farli lavorare tutti. Sui nostri camion c’è scritto, Susa  ogni giorno unisce l’Italia, e noi, anche nell’emergenza, continueremo ad unirla”.

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