Industriali sul piede di guerra contro quei comuni, capofila Perugia e amministrazioni del Trasimeno, che dal 2013 adotteranno la tassa di soggiorno a carico dei turisti andando così a far lievitare i costi delle strutture alberghiere, agriturismi e bad and breakfast di casa nostra. C'è il rischio che l'offerta umbra non sia concorrenziali con altre piazza italiane.

La tassa di soggiorno di fatto va a contribuire all'aumento del fisco anche dopo le nuove direttive del Governo Monti approvate dal Consiglio dei ministri pochi giorni fa. "La ostinata determinazione di alcune amministrazioni comunali - affermano i vertici di Confindustria umbria dopo l'incontro odierno con le associazioni del settore turistico - a voler introdurre la tassa contrasta in modo evidente con quanto sostenuto nel piano di sviluppo economico del territorio previsto dalla Regione Umbria che considera il turismo come fattore strategico di crescita.

Appare chiaro - conclude Confindustria Umbria - che adottare tale balzello, senza peraltro correlarlo a specifiche ed efficaci azioni di effettivo sostegno al settore turistico, non sia in linea con l'intento di fare del turismo un vero volano di crescita". Gli industriali inoltre si dicono anche perplessi sulla mancata indicazione dei comuni su "come poi spenderanno nei fatti i danari incassati dalla tassa si parla solo genericamente di sostegno al turismo".

Intanto la crisi economica in provincia di Perugia continua ad essere molto forte.  "Rientra in territorio negativo - ha spiegato Giorgio Mencaroni,  presidente della Camera di commercio di Perugia analizzando il bollettino trimestrale sulle aziende -  l'artigianato provinciale, con le chiusure che superano seppur di poco (meno 12) le nuove aperture. La recessione è ancora in atto".