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Economia

La banca apre i rubinetti: 50 milioni di euro per le aziende dell'Umbria

Cinquanta milioni di euro di nuove risorse a disposizione delle circa mille imprese associate a Confindustria Umbria: è quanto messo a disposizione per il rilancio e il consolidamento del tessuto economico-produttivo locale da Veneto Banca d’intesa con l’associazione di categoria umbra. L’Istituto di credito ha stanziato un plafond di 50 milioni di euro per supportare sia i piani strategici di investimento a medio-lungo termine sia le necessità più immediate delle imprese: finanziamenti a condizioni agevolate secondo una scala di rating condivisa e spese minime di istruttoria.

“Registriamo di buon grado la disponibilità di Veneto Banca di riservare impieghi fino a 50 milioni di euro a favore delle nostre imprese. Crediamo che le imprese associate, a cominciare da quelle di più piccola dimensione, possano approfittare di questa opportunità che, tra l’altro, contempla una griglia di condizioni economiche interessanti per le forme di finanziamento contemplate – ha sottolineato il Presidente di Confindustria Umbria, Ernesto Cesaretti-  Siamo certi che Veneto Banca vorrà promuovere concretamente l’iniziativa attraverso la propria rete, così come faremo noi nei confronti delle nostre associate. È infatti nostra intenzione, al termine del primo semestre di operatività (indicativamente giugno 2017), monitorare le effettive ricadute dell’accordo, in stretta collaborazione con la Direzione territoriale centro Italia di Veneto Banca.”

“Le nostre aziende vanno sostenute nella concretezza delle loro necessità, nell’operatività quotidiana come negli investimenti di più ampio respiro – sottolinea Oreste Felice Invernizzi, Direttore Mercato di Veneto Banca –, per questo lavoriamo per mettere a disposizione linee di credito e servizi come quelli previsti nell’ambito del plafond sottoscritto con Confindustria Umbria. Siamo in prima linea con le aziende e le associazioni di categoria per rispondere con efficacia alle loro esigenze e sostenere così il tessuto produttivo e occupazionale. Non a caso, oltre agli accordi già siglati, ne seguiranno altri con le principali associazioni di categoria delle regioni italiane dove siamo presenti”.

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