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In 125 alla Colussi rischiano di passare il peggior Natale della loro vita: ecco perchè serve un accordo subito

L'incubo dei licenziamenti alla Colussi per quanto riguarda lo stabilimento di Petrignano rischia di diventerà realtà tra meno 40 giorni. La scadenza è il 25 dicembre. Ecco cosa è pronta a fare la Regione per evitare la perdita dei posti di lavoro

L'incubo dei licenziamenti alla Colussi per quanto riguarda lo stabilimento di Petrignano rischia di diventerà realtà tra meno 40 giorni. Qualsiasi ipotesi di trattativa con sindacati e Regioni deve essere giocata entro il 25 dicembre. E sì avete capito bene in teoria i 125 lavoratori, considerati esuberi, potrebbero trovare l'inizio della disoccupazione proprio sotto l'albero di Natale. I numeri parlano chiaro: entro il 25 novembre c'è il termine per trovare un accordo con i sindacati. In caso di fumata nera ci sono altri 30 giorni concessi per l’esperimento della cosiddetta fase amministrativa, una fase in cui la Regione è chiamata formalmente a convocare le parti, alla ricerca di una soluzione per tentare di raffreddare il conflitto e trovare una possibile soluzione di accordo. senza accordo la sera di Natale ci saranno tanti lavoratori umbri senza lavoro.

"Abbiamo ribadito la disponibilità della Regione - ha spiegato l'assessore regionale Paparelli rispondendo al consigliere regionale Leonelli che ha sollevato il caso in consiglio comunale - di mettere a disposizione ogni strumento utile a supportare il rilancio dell’azienda e in difesa dei livelli occupazionali. Qualora l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori non abbiano a conseguire alcun accordo entro il prossimo 25 novembre convocheremo formalmente le parti per introdurre quell’elemento di terzietà cui facevo riferimento prima, ribadendo la messa a disposizione di tutti gli strumenti di cui la Regione ovviamente dispone, sia per aiutare lo sviluppo dell’azienda ma soprattutto per difendere i livelli occupazionali della stessa”.

Lo stabilimento di Petrignano della Colussi genera attualmente un indotto tra interni ed esterni di 600 posti di lavoro. E' inevitabile che ci potrebbero essere sarebbero delle ricadute, ancora non quantificabili, qualora siano deliberati i licenziamenti targati "Gran Turchese". La stessa Regione ha appurato che l'azienda ha delle difficoltà ma non è in crisi tanto è vero che vuole investire per l'interno gruppo qualcosa come 80 milioni di euro, ben 50 di questi in fatto di pubblicità e marketing. Quindi margini di manovra ce ne sono se l'azienda lo volesse.

Leonelli ha auspicato che "sia trasmessa anche a chi siederà al tavolo della trattativa e spero che l'elemento nuovo della disponibilità della Regione sia un segnale importante. Fermo restando che l'azienda dovrà attingere a tutti gli strumenti di tutela dei lavoratori, a cominciare dai possibili ammortizzatori sociali”.

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