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La multinazionale Loacker punta sull'agricoltura umbra: ecco la coltivazione che può rilanciare le aziende

I rappresentati della società leader nel settore dolciario, insieme a Intesa San Paolo, incontreranno i soci di Coldiretti per iniziare una collaborazione finalizzato al prodotto made in Umbria

C'è una coltivazione che potrebbe fare la fortuna di vecchi e neo-agricoltori. Una coltivazione che produce una materia prima molto ricercata dalle grandi multinazionali del cioccolato e snack e che interessa anche le pasticcerie di qualità di tutto il Paese. Stiamo parlando della produzione della nocciola - già presente in Umbria ma che è da implementare - su cui stanno concentrando gli interessi sia della Ferrero - contatti con l'Unipg - e la Loacker che tramite Coldiretti e Intesa San Paolo vogliono presentare un progetto di collaborazione con le imprese agricole del territorio.

Il tutto in uno incontro domani alle 15 alla sede dell'associazione dei coltivatori diretti di via settevalli. Il progetto Loacker prevede un contratto di filiera che si fonda, tra l’altro, su un prezzo minimo garantito, così come su premialità per quegli imprenditori agricoli capaci di esprimere produzioni di eccellenza. L'obiettivo è anche quello di incrementare il made in Italy che in questi anni è stato messo a rischio dalle nocciole estere, spesso con caratteristiche e qualità molto lontane dalle nostre.

Un ettaro di noccioleto - ricorda Coldiretti - ha una capacità produttiva variabile tra i 20 ed i 25 q.li per ettaro; il prezzo medio delle nocciole degli ultimi 10 anni è stato di 250,00 € al quintale circa. In condizioni agronomiche adeguate, il noccioleto entrerà in produzione al quinto anno, raggiungendo la produzione di regime dall’ottavo-nono anno; la vita di una pianta di nocciolo monocaule è stimabile in 40/50 anni. Insomma un investimento che diventa sempre più fattibile dopo l'ingresso in Umbria di grandi acquirenti che sono interessati alle caratteristiche uniche delle nostre nocciole. 

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