Lavoro, la Cgil: "E' la prima emergenza dell'Umbria"
Secondo quanto affermano i dati dell'osservatorio CIG della Cgil Nazionale, sul mese di agosto, la manovra peggiora la situazione dell'occupazione umbra
La crisi industriale è ancora più drammatica di quella finanziaria. L’apparato produttivo in Italia e in Umbria continua a perdere attività nel settore manifatturiero e non solo, e il Governo non mette in campo nessuna politica di contrasto. Anzi, in questo quadro, come dimostra l’art. 8 della manovra, attacca regole e diritti.
I dati dell’Osservatorio Nazionale della Cgil sulla cassa integrazione dicono che nella nostra regione il ricorso agli ammortizzatori sociali resta molto forte. Mentre a livello nazionale c’è un calo complessivo del 21,14%, nella nostra regione la flessione è infatti molto più contenuta e si ferma all’1,12%.
Più nel dettaglio, in Umbria, confrontando i primi otto mesi del 2011 con lo stesso periodo del 2010, abbiamo i seguenti dati:
LE ORE DI CIGO CALANO DEL 13,80%
LE ORE DI CIGS AUMENTANO DEL 5,04%
LE ORE DI CIGD AUMENTANO DELL’1,60%
Quindi, si conferma il dato drammaticamente pesante della crisi e la nostra regione risulta essere lontana dal trend nazionale.
I lavoratori coinvolti dai processi di cassa integrazione in Umbria sono:
CIGO: 3.834 unità
CIGS: 3.579
CIGD: 13.397
Mentre i lavoratori interessati alla cassa integrazione a zero ore sono complessivamente 10.405 (di cui 1.917 in CIGO, 1.790 in CIGS, 6.698 in CIGD). Inoltre, a ulteriore testimonianza della strutturalità della crisi industriale che attraversa la nostra regione, nel corso di questo periodo le causali di CIG per quanto riguarda le aziende ci danno questo dato: le aziende in amministrazione controllata passano da 0 a 2, le aziende in concordato preventivo passano da 0 a 2, le aziende con contratto di solidarietà da 2 a 10, le aziende fallite da 2 a 4. Tutti questi elementi sottolineano la validità dell’analisi svolta dalla Cgil Umbra e cioè quella di contrastare le modifiche economiche e sociali del governo a partire dalla manovra e di costruire nella nostra uno sviluppo, imperniato su un piano per il lavoro che tuteli e valorizzi il nostro apparato manifatturiero.