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Economia

Crisi economica, sistema umbro sull'orlo del baratro

Bollettino Unioncamera: le aziende che resistono non fanno utili, calo delle nuove iscrizioni, le micro-imprese a rischio sono il 95% del tessuto economico

Secondo il bollettino di UnionCamere diminuiscono le imprese in grado di produrre utile. In Umbria sono circa il 60% del totale delle aziende: -3% nel 2011 rispetto al 2010. Costante invece il valore della produzione aggregato. Lieve crescita delle società di capitali: aumenta il numero delle grandi e delle medie imprese. Le microaziende sono diminuite dell'1,5%.

In Umbria le grandi imprese sono quasi l’1% del totale, le medie il 3,1%. L'insieme delle “micro” e delle “piccole” imprese rappresenta il 95,9% del sistema imprenditoriale della regione. L'aggregato delle piccole imprese è il maggior generatore di EBIT e utile netto.
 
Due comparti, “manifatturiero, energia e minerario” e “commercio” rappresentano l’80% di tutto il valore della produzione. Modesti i valori degli indici di bilancio. Il ROI (il confronto tra risultato operativo e totale del capitale investito) nel 2011 è dell'1,3%, in calo rispetto al già basso 2% del 2010. Anche il ROE (l'indice della redditività del capitale investito nella gestione) è negativo: -4,8%.
 
I dati relativi alla movimentazione anagrafica delle imprese umbre nel 3° trimestre 2012 indicano un saldo positivo di 243 unità, pari a circa il 22% delle nuove imprese iscritte, tra iscrizioni e cessazioni.  In particolare, il numero delle società di capitale iscritte è più del triplo di quelle cessate.
 
Calano, per numero di iscrizioni, le nuove imprese: -7,6% nel terzo trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011. Più della media italiana, dove la riduzione è stata del 3,1%. Il numero delle imprese che hanno cessato l'attività nel terzo trimestre 2012 registra un calo dell'1,6% rispetto allo scorso anno: in questo caso meglio della media nazionale, dove il calo è stato del 5%.
 
Le nuove imprese sono soprattutto “giovanili” (33%), “femminili” (27,5%) e “straniere” (16%). Ma per tutte e tre le categorie le iscrizioni nel terzo trimestre 2012 risultano in netta diminuzione rispetto a quelle del trimestre precedente e a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. In particolare, la diminuzione per le imprese “straniere” ha sfiorato il 25%.
 
I fallimenti di impresa sono in media con il dato nazionale: 0,4%  per mille imprese nel terzo trimestre 2012. Gli scioglimenti e le liquidazioni volontarie sono stati 207, pari al 2,15% ogni mille imprese: meglio rispetto al dato medio italiano (2,62%).
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