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Tassa soggiorno, Assisi non segue Perugia: "Non la istituiremo: si penalizza il turismo"

Stessa candidatura congiunta per la Capitale Europea del 2019 ma due modi diversi di fare il bilancio e di pensare al settore del turismo. Il sindaco Ricci ha confermato che non sarà istituita la tassa. Mentre nel capoluogo è in vigore dall'inizio di quest'anno

Due scuole di "bilancio" diverse, due città che vivono anche di turismo. E così Perugia e Assisi - unite solo nella candidatura europea come capitale della Cultura 2019 - hanno fatto scelte diverse in fatto di Tassa di Soggiorno: la prima ha applicato il balzello dall'inizio del 2013 per poter finanziare alcune voci di bilancio dopo i tagli dei Governo nazionali. La seconda, Assisi, ha confermato in queste ore che non ha nessuna intenzione di mettere a bilancio la tassa di soggiorno perchè l'amministrazione comunale è convinta che penalizzerebbe il settore del turismo.

Il sindaco Caludio Ricci è stato chiaro in queste ore nonostante chi dall'opposizione vorrebbe istituire la tassa: "Le presenze ad Assisi continuano a crescere perché non c'è la tassa di soggiorno. Nei primi cinque mesi del 2013 c'è un incremento del 5%. Riteniamo che "sostenete le imprese" (quelle turistiche sono un volano per Assisi e l'Umbria) si può fare "non applicando le tasse" (quando possibile e consentito dalle leggi) come nel caso della tassa di soggiorno". La Confcommercio ha scioperato a Perugia proprio contro la tassa ed ha chiesto a gran voce la sua cancellazione. Ma l'amministrazione del sindaco Boccali ha spiegato che non era possibile perchè in caso contrario si rischia di cancellare dei servizi ai cittadini. Sono state dimezzate le tariffe e istituite alcune esenzioni.

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