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Cronaca Assisi

Napolitano, lo spirito di Assisi per il rilancio morale del paese

Durante la visita ad Assisi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ribadito con forza la necessità di un cambio di rotta della politica afflitta dagli scandali

"La società italiana sta attraversando una fase di profonda incertezza e inquietudine, nella quale forse sarebbe da rivisitare e più fortemente affermare la nozione di ‘bene comune’ o quella di ‘interesse generale’". Queste le parole del Presidente Giorgio Napolitano dal Cortile dei Gentili, in un dialogo con monsignor Ravasi, ad Assisi. «E ciò – ha proseguito – non solo per proseguire, rafforzandola, la collaborazione tra Stato e Chiesa nell’ottica dell’Accordo del 1984, ma per suscitare tra gli italiani una più diffusa presa di coscienza e mobilitazione morale e civile".

Il rifiuto della politica da parte della società è per il Presidente una delle cause della crisi istituzionale in cui versa il paese: "Quel che in Italia acuisce l'incertezza e produce grave disorientamento e' l'inadeguatezza del quadro politico ad offrire punti di riferimento, percorso come e', da spinte centrifughe e tendenze alla frammentazione" ha detto il presidente. "I tanti fenomeni di degrado del costume e di scivolamento nell'illegalita', insieme ad annose inefficienze istituzionali ed amministrative, provocano un fuorviante rifiuto della politica".

La politica tutta deve assumersi le proprie responsabilità di fronte alla nazione, "è proprio il senso del ‘bene comune’, del”interesse generale’, che dovrebbe spingere a una larghissima assunzione di responsabilità, ad ogni livello della società, - ha sottolineato il Presidente - in funzione dei cambiamenti divenuti indispensabili non solo nel modo di essere delle istituzioni ma nei comportamenti individuali e collettivi, nei modi di concepire benessere e progresso e di cooperare all’avvio di un nuovo sviluppo del paese nel quadro dell’Europa unita, uno sviluppo sostenibile da tutti i punti di vista".

Napolitano in Umbria

"Tutto ciò – ha continuato il Presidente – richiede una straordinaria concentrazione e convergenza di sforzi, ad opera di credenti e non credenti – come accadde nel clima dell’Assemblea Costituenti. Sforzi da volgere soprattutto a rianimare senso dell’etica e del dovere, a diffondere una nuova consapevolezza dei valori spirituali, dei doni della cultura, dei benefici della solidarietà, che soli possono elevare la condizione umana".

La ripresa morale della politica risiede anche in un nuovo patto morale tra mondo laico e chiesa: "Il mondo laico italiano, nelle sue personalita' piu' famose ed influenti, ha sempre mostrato "senso di misura e di rispetto" ha sottolineato il presidente della Repubblica. Riassumendo le parole di Benedetto Croce, il capo dello Stato ha osservato che da quelle parole bisogna cogliere "il senso di misura e di rispetto che ha caratterizzato l'atteggiamento di personalita' tra le maggiori del mondo laico italiano verso la sfera della fede e il patto religioso".

Il Presidente ha poi concluso augurandosi un'apertura concreta e di dialogo da parte della società tutta: "è auspicabile che tali questioni siano affrontate fuori di antitetiche rigidità pregiudiziali e anche di forzose strettoie normative. Abbiamo bisogno in tutti i campi di apertura, di reciproco ascolto e comprensione, di dialogo, di avvicinamento e unità nella diversità. Abbiamo bisogno dello spirito di Assisi".

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