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Cronaca

Caritas Kosovo, conclusa la visita di Bassetti e Boccardo al campo missione

Si è conclusa la visita degli arcivescovi Gualtiero Bassetti e Renato Boccardo al campo-missione della Caritas Umbria in Kosovo, più precisamente a Radulac

Si è conclusa la visita in Kosovo, al Campo-missione Caritas in località Radulac della delegazione Caritas delle Diocesi dell’Umbria, guidata dagli arcivescovi Mons. Gualtiero Bassetti di Perugia-Città della Pieve e vice presidente della Cei e mons. Renato Boccardo di Spoleto-Norcia e delegato Ceu per il servizio della carità.

L’ultima giornata al Campo-missione Caritas di Radulac ha avuto inizio con la celebrazione delle Lodi mattutine, nel corso delle quali un volontario ha condiviso con i presenti alcune risonanze sul Vangelo del giorno. Poi, coralmente si è detto “Buona giornata” e tutti hanno iniziato le loro attività: chi è andato a scuola, chi al lavoro, chi impegnato nelle attività domestiche (pulizie, cucina…), chi si è dedicato all’ascolto delle persone che bussano quotidianamente alla porta del Campo-missione.

Sì, perché nella struttura della Caritas dell’Umbria in Kosovo, Massimo e Cristina Mazzali (coordinatori del Campo) e i volontari, oltre a prendersi cura dei bambini e dei ragazzi, accolgono le persone povere del villaggio di Radulac. Le ascoltano e, se possibile, le aiutano con dei pacchi alimentari, con i vestiti e con quanto può servire a chi non ha nulla.

Proprio mercoledì 16 maggio, intorno alle ore 9, con un carretto trainato da un cavallo, si è presentata una famiglia: marito, moglie e un bimbo. Hanno chiesto dei vestiti. In casa non ne avevano più, ma questa povera famiglia non è partita a mani vuote dal Campo Caritas... Quel che più conta, però, è che ha portato via il sorriso di persone disposte a stringergli la mano, ad ascoltarle, a consigliarle.

Dopo aver salutato i bambini, gli arcivescovi Bassetti e Boccardo, insieme agli altri membri della delegazione, sono andati a Klina per incontrare il sindaco Sokol Bashota, già Ministro per gli Affari Sociali del Kosovo, sostenitore del Campo-missione della Chiesa umbra. Klina è una città di 50.000 abitanti, suddivisi in 54 villaggio, tra cui Radulac.

Grazie per il sostegno garantito alle nostre iniziative che hanno l’obiettivo di dare un futuro sereno ai bambini kosovari. Con la sua autorevolezza di antico Ministro degli Affari Sociali, le chiedo di continuare a “proteggere” la Casa della Caritas». Dalla residenza municipale, ci si è spostati a Lesckoc, a cinque chilometri da Klina, per visitare il cantiere della nuova sede del Campo Caritas Umbria, dove i lavori sono a buon punto.

Nel primo pomeriggio la delegazione si è recata in visita alla storica sede del Patriarca della Chiesa Ortodossa a Pec e alla casa delle Suore Missionarie della Carità (quelle fondate da madre Teresa di Calcutta, ndr) nella stessa città.

Nell’omelia l’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha ricordato come lo Spirito di Dio costituisce Federico figlio di Dio e Anton, Pashhia e Bardha come cristiani adulti nella fede. «La ricchezza che nessuno ci può togliere – ha detto – è proprio l’essere figli di Dio attraverso i sacramenti, indipendentemente dai nostri meriti. Nessuno può cancellare questa condizione. Tutti siamo allora chiamati a fare un esame di coscienza su come custodiamo la dignità di essere figli di Dio e quali frutti questa porta nella nostra vita».

«L’essere cristiani – ha concluso mons. Boccardo – non si può ridurre a qualche gesto episodico, ma richiede coerenza di vita e non proclami solo con le labbra». Poi, rivolto alle persone che hanno partecipato alla Messa, ovvero preti, suore, militari e altri: «siate sempre i benvenuti in questa Casa dove la Caritas dell’Umbria da alcuni anni è al fianco del popolo kosovaro». Infine, un pensiero a Massimo e Cristina, ai loro tre figli, a quello che a breve verrà alla luce e ai tanti bambini che assistono: «non siete soli, ci siamo noi che vi vogliamo bene, vi sosteniamo e vi incoraggiamo nel servizio a queste creature. Che Dio vi benedica!».

Prima di salutare tutti gli intervenuti, in particolare i bambini e i ragazzi della Casa, mons. Gualtiero Bassetti ha preso la parola per un ringraziamento particolare al suo confratello di Spoleto-Norcia: «grazie mons. Renato per aver accettato, con intelligenza e con un grande cuore, di essere il vescovo delegato per il servizio della carità, il più delicato ambito della Chiesa. Grazie per come hai agito qui in Kosovo, in questa casa che è un segno autentico del Signore».

Poi, un pensiero a tutti i presenti: «eravamo giunti in questo Paese circa tredici anni fa – ha detto mons. Bassetti – per un’emergenza (la fine della guerra e tutte le sue conseguenze, ndr). Ora l’emergenza si è trasformata in vocazione e la maternità e paternità di Cristina e Massimo è divenuta più ampia di quella naturale. Guardiamo lontano, consapevoli che la vita è come scalare una montagna: più cammini e più si aprono nuovi orizzonti. Cari amici che vivete in questa nostra Casa Caritas, non perdete il coraggio di camminare».

La delegazione farà rientro in Umbria nella tarda mattinata di oggi, giovedì 17 maggio.

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