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Cronaca

Sequestrata in casa, minacciata di morte e stuprata: l’Appello conferma condanna agli aguzzini

Con un coltello puntato alla gola e minacciata di morte, sarebbe stata poi costretta a subire una brutale violenza sessuale. Ma anche abrasioni, tirate di capelli, ecchimosi sul corpo e rapinata del proprio telefono cellulare

Condanne confermate in secondo grado per i due presunti aguzzini accusati di aver violentato e sequestrato una giovane donna ad Arrone, nel ternano, nel 2011. I giudici della corte d’Appello di Perugia, dopo una breve camera di consiglio hanno così confermato la sentenza di prima grado emessa dal tribunale di Terni che nel 2016 condannò i due imputati (difesi rispettivamente da Francesco Mattiangeli e Barbara Gruillini) a 5 e 6 anni di reclusione. Rigettata la rinnovazione istruttoria chiesta dalla difesa e di una perizia volta ad accertare sul coltello usato per minacciare la vittima, l’eventuale presenza di Dna o impronte capillari.

Una vicenda tragica, che pone ancora una volta l’accento sulla violenza contro donne. La giovane sarebbe stata costretta con la forza a salire a bordo di un’auto e trattenuta contro la sua volontà per poi essere condotta in un’abitazione in uso a due fratelli in località Tripozzo.

Una volta lì, i suoi aguzzini le avrebbero negato ogni via di fuga da quella casa, che ben presto si sarebbe rivelata una prigione. A quel punto, secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbero immobilizzato la vittima bloccandola con il peso del proprio corpo. Con un coltello puntato alla gola e minacciata di morte, sarebbe stata poi costretta a subire una brutale violenza sessuale. Ma anche abrasioni, tirate di capelli, ecchimosi sul corpo e rapinata del proprio telefono cellulare. Uno degli imputati avrebbe favorito e sfruttato la prostituzione della giovane, non solo procurandogli numerosi clienti conosciuti nei bar da lui frequentati, ma anche appropriandosi dei soldi. Il procedimento era stato aperto dalla procura della Repubblica anche a carico di altri due connazionali, in seguito assolti.

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