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Cronaca

Picchia con la cintura il figlio e obbliga la moglie a stare chiusa in casa: quando l'inferno è in famiglia

La donna sarebbe stata picchiata in più di un'occasione e uno dei figli "puniti" con la cintura per non aver rispettato l'orario di rientro in casa

Maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza dei figli minori e violazione degli obblighi di assistenza familiare. Sono queste le ipotesi di reato che la procura della Repubblica di Spoleto contesta a un 45enne residente alle porte di Perugia, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio. La prima udienza dinanzi al gup si terrà il 23 aprile di quest'anno. 

Secondo la procura l'uomo, un 45enne di origine nordafricana residente in Umbria insieme alla famiglia all'epoca dei fatti, dal 2015 al 2017 avrebbe riservato ai suoi cari condotte "di sistematica violenza, sia fisica che psicologica". In particolare, impedendo alla moglie di frequentare un corso di italiano e obbligandola a trascorrere la maggior parte della giornata in casa. 

Secondo i capi d'accusa formulati dal pm, in occasione di liti familiari avrebbe spesso distrutto suppellettili e mobili in casa, insultato la consorte, strattonandola e  minacciandola con espressioni quali: "Te la faccio pagare, ti sotterro viva" e questo anche alla presenza dei figli minori della coppia.  

La donna sarebbe stata picchiata in più di un'occasione e uno dei figli "puniti" con la cintura per non aver rispettato l'orario di rientro in casa. Un clima di violenze che avevano portato la donna - difesa dall'avvocato Gianni Dionigi - a sporgere denucia querela.  Ora sarà il giudice a stabilire, in sede di udienza preliminare, se ci siano i pressuposti meritevoli di vaglio dibattimentale. 

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