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Cronaca

Strappa orecchino e lobo alla ex, perugino sotto processo

La lite durante l'ultimo incontro chiarificatore. L'uomo accusato di lesioni e minacce con l'utilizzo di una pala

L'amore finisce e lui le strappa orecchino e lobo, poi la minaccia di morte se non lo lascia in pace. E quando lei richiede indietro i beni personali lasciati a casa dell'uomo, questo pretende la restituzione degli orecchini che le aveva regalato, sapendo che da quel giorno la donna non ha potuto più mettere pendenti all'orecchio ferito.
La vicenda è finita davanti al giudice per l'udienza preliminare con l'uomo accusato di lesioni «perché, durante una discussione nata dopo l’interruzione della loro relazione sentimentale, dopo aver afferrato per i capelli ... ed averla trascinata fuori dal cortile, le strappava l’orecchino dal lobo dell’orecchio sinistro, così procurandole una ferita lacero-contusa all’orecchio sinistro, giudicata guaribile in giorni 30. Con l’aggravante di aver provocato uno sfregio permanente del viso» e del reato di minacce perché «rivolgendosi a ... la minacciava di morte proferendo al suo indirizzo le frasi: “Adesso ti faccio andare via io, vado a prendere il forcone, ora ti ammazzo” e, dopo aver impugnato una pala, continuando a proferire minacce di egual tenore. Con l’aggravante di aver commesso il fatto con armi». La donna si è costituita parte civile tramite l'avvocato Rosa Petruccelli.
Secondo la ricostruzione fornita dalla donna, l'uomo l'avrebbe aggredita in occasione del loro ultimo incontro. Lei si era presentata in ufficio dall'uomo per chiedere dei chiarimenti sulla fine del loro rapporto sentimentale. L'uomo si era subito innervosito e l'aveva presa per i capelli e poi per l'orecchio, fino a strapparle il pendente, cercando di cacciarla dall'ufficio.
Alle grida della donna: «Guarda, mi hai rotto il lobo dell’orecchio», l'uomo raccoglieva l'orecchino da terra, lo tirava addosso alla donna e se ne andava, dopo averla minacciata con un pala. Poco dopo arrivavano i carabinieri e portavano via l'uomo, mentre la signora andava in ospedale per le cure mediche.
Poi iniziava la lotta per la restituzione dei beni personali della signora, con mille ostacoli, fino alla richiesta di restituzione degli orecchini da parte dell'uomo. Tanto che la donna iniziava a manifestare «stato ansioso, con disturbi gastrointestinali e del sonno, ed aveva la necessità di ricorrere ad un supporto psichiatrico, sia psicoterapeutico che psicofarmacologico». Una perizia, inoltre, attestava la presenza di «vistosi esiti cicatriziali sul lobo dell’orecchio sinistro con impossibilità ad indossare orecchini nello stesso lato» con sommo dispiacere per la donna.
Il 6 febbraio il giudice è chiamato a decidere sul rinvio a giudizio dell'uomo.

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