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Cronaca

Villa Pitignano, Bosco, Ponte Felcino e Ramazzano prigioniere di una nauseante "gestione dei rifiuti"

Riceviamo e pubblichiamo

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di Gruppo regione Umbria e gruppo Perugia Movimento 5 Stelle

Vero è che la gestione dei rifiuti in Umbria presenta falle clamorose, certificate da tutte le statistiche oltreché da impietose cronache quotidiane, ma pare davvero singolare che né la Regione, né il Comune, né ARPA, né ASL 1, trovino una soluzione per restituire vivibilità alla comunità di Villa Pitignano, ma anche di Bosco, Ponte Felcino e Ramazzano di Perugia: come noto, queste località sono gravate da ripetute emissioni nauseabonde provenienti dalle attività della Ditta che, proprio a Villa Pitignano, esercita operazioni di compostaggio rifiuti. Trattasi oltretutto di area di particolare interesse agricolo (EA1) come da PRG, nonché, in parte, sottoposta a vari vincoli di cui all’art. 136 del TUNA (fascia fluviale, zona a rischio idraulico, fasce di rispetto, corsi d’acqua sottoposti a tutela con D.G.R. N.7131/95 ai sensi del D. Lgs. n. 42/04 art. 142 lettera c) e con art.39 del PTCP).

Un'incompatibilità urbanistica e funzionale plateale che si ripercuote inevitabilmente sulla qualità della vita dei residenti, determinando non solo un danno di immagine, ma anche una ferita al paesaggio, nonché una svalutazione ambientale e abitativa dei luoghi pure a causa del transito continuo, lungo tutta la pubblica via principale e a tutte le ore del giorno, di mezzi pesanti che trasportano rifiuti da trattare in situ (foto accluse), con gli ulteriori problemi legati all'intralcio alla circolazione stradale, l'aumento del rischio di sinistri, la contestuale emanazione di cattivi odori dai rifiuti trasportati e, infine, un costante rumore.

Aver autorizzato siffatta tipologia d'impresa in pieno centro urbano anzitutto espone la popolazione di ben quattro frazioni del Perugino a emissioni purulente che precludono il pieno godimento della proprietà e il diritto di abitazione, ledendo la salute pubblica per la nausea che le medesime esalazioni provocano -come si legge nella pur debole ordinanza sindacale allegata.

Chiediamo pertanto una risposta risolutiva, concreta ed efficace a tutte le Istituzioni, Magistratura inclusa, nella speranza che la Regione Umbria, col nuovo procedimento amministrativo (avviato il 18 luglio u.s.), non finisca per assecondare il vecchio andazzo, favorendo di fatto l'interesse esclusivo del privato, proseguendo nell'ignorare certe chiarissime regole, il buon senso e, soprattutto, chi qui vive da sempre.  Esigiamo identica serietà da Comune di Perugia, ARPA e ASL 1, affinché intervengano con urgenti provvedimenti e dall'impianto finalmente adeguato, ben diversamente da quanto finora deliberato, facilmente smontato nel giudizio amministrativo a seguito di istanza di parte

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