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Cronaca

FATE PRESTO Mese dopo mese gli incassi scendono, sale di pari passo la protesta dei commercianti di via dei Priori

Gli scavi bloccano il passaggio o lo rendono quanto meno difficoltoso, specie per gli anziani, con quelle passerelle strette, ballerine e precarie. Insomma, dice un negoziante: “Che ci viene a fare la gente in via dei Priori: a rompersi il collo?”

“Mese dopo mese, gli incassi calano vistosamente. Di questo passo, saremo costretti a chiudere”. Insomma, la protesta dei commercianti di via dei Priori sale: è tutto un pianto. Fate presto, se potete! “Quei lavori sono infiniti, la strada è ridotta a un colabrodo, la gente nemmeno ci passa più”. La lamentela è diffusa e generalizzata. Travolge tutto e rimbalza fra bar, pizzeria, macelleria, alimentaristi, oreficeria… Sta di fatto che quella strada è irriconoscibile. E si tratta pur sempre del decumano cittadino, un tempo fiorente di vita e di commercio.

Gli scavi bloccano il passaggio o lo rendono quanto meno difficoltoso, specie per gli anziani, con quelle passerelle strette, ballerine e precarie. Insomma, dice un negoziante: “Che ci viene a fare la gente in via dei Priori: a rompersi il collo?”. I rattoppi sono semplicemente indecenti: si va dalla palata di cemento al sacchetto di asfalto a freddo.

Quelle povere pietre sono tutte magagnate, spezzate, divelte. Tempo fa, un noto studio di architettura ci inviò delle foto che documentavano il cimitero delle pietre. Tanto tuonò che piovve: quello studio importante se n’è andato altrove, senza pentimenti. Si dice: “Occorre fare presto, prima che il tessuto sociale ed economico vada in frantumi. Non si può ricostruire sulle rovine. La gente che se ne va non torna più. I clienti persi si abituano ad altri fornitori e ci abbandonano irreversibilmente”. Questo sostengono, a buon diritto, i commercianti. E i tempi sono così incerti che una mano dotata di pennarello ha scritto onestamente, sul cartello fine lavori, “appena possibile”.

Finita la posa di fibra, tubazioni e quant’altro, ci sarà la fase di ricostruzione, che non si annuncia indolore né breve. Si dovrà ricollocare la pavimentazione in pietra, ricongiungendo la parte alta della via con la parte rifatta, fino al Bar dell’Accademia e alla piazzetta Santo Stefano. Si spera che non sia un parto come quello il cui travaglio angustiò corso Garibaldi, per il cui rifacimento ci vollero ben tre lustri. Fate presto, se potete.

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