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Cronaca

Un anno e mille polemiche dopo, finalmente si parte con la ricostruzione: "Ma il rischio intoppi è forte"

La Cna si dice soddisfatta dell'iter portato avanti per l'inizio della ricostruzione in Valnerina. Ma spiega ad artigiani, imprese e cittadini i rischi che si intravedono all'orizzonte

Finalmente si comincia”. È questo il primo commento a caldo di Mirko Papa, presidente di Cna Costruzioni Umbria, di fronte all’annuncio con cui ieri la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha ufficialmente dato il via alla ricostruzione post terremoto, che potrà beneficiare di un plafond di  circa 90milioni di euro per le sole opere pubbliche.

A quasi un anno di distanza dalle prime scosse che hanno segnato il destino di interi centri abitati degli Appennini dell’Italia centrale, sembra finalmente completato il quadro normativo, finanziario e operativo, mentre sono stati approvati anche i piani per la ricostruzione delle opere pubbliche, dei beni culturali, delle scuole, delle chiese, dell’edilizia residenziale pubblica e delle strade. Ma esiste un rischio concreto di congestionamento.

Non possiamo che essere soddisfatti di quanto annunciato, dopo mesi di polemiche e di operazioni andate avanti a rilento – afferma Massimiliano Sciattella, portavoce Edilizia di Cna Umbria -. Comprendiamo bene i timori e le precauzioni per far sì che il tutto avvenga all’interno di un quadro di assoluta legalità e quindi la necessità di costruire un percorso che eviti quanto accaduto in circostanze analoghe in altre zone d’Italia. È un obiettivo che, come associazione di categoria, condividiamo nella maniera più assoluta, anche perché la concorrenza sleale danneggia in primo luogo le imprese corrette".

"Ciò non toglie che un pericolo di congestionamento esista: infatti l’idea di una stazione unica appaltante di livello nazionale, nella fattispecie quella del ministero dell’economia, a nostro avviso potrebbe essere causa di un ingolfamento nelle procedure per l’assegnazione dei lavori di ricostruzione, con conseguente rischio di ulteriori ritardi. Ritardi che non gioverebbero al rilancio delle zone colpite dal sisma. Ecco perché proponiamo che si valuti l’idea di avere stazioni appaltanti almeno di livello regionale, che dovendo gestire una mole di pratiche inferiore sarebbero sicuramente in grado di garantire tempi più brevi”.
  
Anche per la ricostruzione privata, che rappresenta un fattore fondamentale per evitare la desertificazione dei territori, Cna chiede di velocizzare i tempi e favorire la presentazione delle pratiche sia da parte dei cittadini che delle imprese, "intervenendo soprattutto per far sì che ci sia la massima integrazione tra tecnici, banche, imprese, cittadini e uffici preposti".

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