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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

LA STORIA Valerio, musicista di strada, si racconta: "Ecco dove vivo, mia moglie scrittrice e due figli studenti"

“Sono a Perugia da cinque anni e l’ho scelta perché questa città mi ha salvato dalla malattia. Inoltre, qui ho trovato di che vivere e mantenere la famiglia in Romania”

E' una figura che appartiene ormai al paesaggio urbano di Perugia: cittadino del Grifo ad honorem. Si tratta di Valerio, suonatore ambulante in servizio permanente effettivo sulle scalette di palazzo dei Priori o all’imbocco di via Fani, sulla seduta in pietra davanti al portale del Maitani. “Sono a Perugia da cinque anni e l’ho scelta perché questa città mi ha salvato dalla malattia. Inoltre, qui ho trovato di che vivere e mantenere la famiglia in Romania”.

Spiega che è diabetico e, quando è arrivato, aveva ferite aperte, sanguinanti e purulente, ai piedi e alle gambe. “Al Santa Maria ho trovato medici bravi e umani, che mi hanno guarito e ora sto bene prendendo solo delle pasticche”. E, quasi a giustificare la stazza: “Mangio poco, lavoro molto: tutti i giorni dalle 10.30 alle 13 e, se è tempo bello, anche il pomeriggio. Nei fine settimana, con più gente in centro, guadagno qualcosa di più”.

Canta accompagnandosi con la chitarra. “Non ho studiato musica, ma suono a orecchio. Ho comprato un po’ di spartiti con gli accordi. Faccio il repertorio di Cotugno, Ricchi e poveri, Ramazzotti. Mi piace la musica italiana e spesso mi vengono intorno giovani e ragazzi delle gite che cantano insieme a me e lasciano la monetina”.

Non è un barbone, ma vive dignitosamente in un appartamentino, con due compatrioti: prima in via del Macello, poi all’Elce. Deve mandare i soldi a casa perché dice: “Là in Romania hanno bisogno. Mia moglie è scrittrice di gialli, ma si vendono poco. Ho due figli: uno è studente, l’altro è laureato in lingua italiana e inglese”.

Valerio ha un’aria da santone o da profeta: corporatura imponente, barba bianca e fluente fino al petto, capelli lunghi, coperti da un cappellino. Veste con semplicità, ma porta abiti puliti e decorosi. Canta a squarciagola, anche quando è giù di voce. “Inconvenienti – spiega – della tramontana perugina”, specie in via Fani, dove arriva lo sbocco di via dei Priori. Progetti, prospettive? Aiutare la moglie a pubblicare in inglese o in italiano i suoi gialli. “È brava – spiega – potrebbe avere successo”. Poi i figli: li vuole vedere sistemati, anche all’estero. Nei giorni di UJ ha riposato. “Troppa concorrenza!”, spiega.
“Ti senti più rumeno o perugino?”, chiede il cronista. “Perugia, ormai, è casa mia”, dice con orgoglio.

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