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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Ammanchi a Veterinaria, condannata una dipendente: "Prendeva i soldi perché malata di ludopatia"

La Corte di conti ha stabilito che dovrà risarcire 250mila euro. Ecco il trucco per ingannare il gestionale dei pagamenti dell'ospedale veterinario

La Corte dei conti ha condannato una dipendente della facoltà di Veterinaria per un ammanco dalle casse dell’ospedale veterinario. La donna dovrà restituire 250mila euro. Prosciolta un’altra dipendente della segreteria amministrativa.

Secondo la Procura contabile la dipendente, avendo la disponibilità dei contanti da versare poi sul conto corrente della facoltà, avrebbe sottratto una somma di 422mila euro. Quando l’ammanco era stato scoperto e le indagini avevano portato verso di lei, era anche scattato il sequestro di un appartamento, un terreno, una vettura e titoli obbligazionari.

Secondo la ricostruzione la donna provvedeva all'emissione della fattura, dopo l'avvenuto pagamento da parte del cliente della singola prestazione. Fattura che ne sistema digitale veniva "flaggata" alla voce "fattura quietanzata" ed era stampata per la consegna al cliente. Successivamente, al fine di non far risultare come pagata la medesima fattura e, quindi, evitare il versamento del corrispettivo (pagato in contanti o assegno bancario) nel sottoconto del Dipartimento, il "flag" veniva rimosso, facendo sì che il denaro riscosso poteva essere sottratto e contabilmente si generava un credito, aggirando la regola per cui l'emissione di fatture è possibile solo al momento del ricevimento del corrispettivo.

La donna avrebbe preso i soldi perché affetta da ludopatia, anche se per i giudici contabili non basta a far sì che venisse “riconosciuta incapace di volere le proprie azioni e di comprenderne il senso e la gravità”.

Non tutte le somme sparite, però, possono essere addebitate alla donna, da qui la decisione dei giudici di ridurre il risarcimento a 250mila euro.

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