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Cronaca

LA TRUFFA Le auto sono rubate... ma loro le rivendevano agli ignari acquirenti

A finire davanti al giudice in tutto 13 persone che avevo architettato un meccanismo truffaldino difficile da sgominare. Alla fine sono stati però "beccati"

Non si aspettavano che quel business messo in piedi in pochi mesi si sgretolasse come un castello di sabbia. Avevano, infatti, studiato tutto nei minimi dettagli con la speranza di farla franca e arricchirsi in poco tempo. A finire davanti al giudice in tutto 13 imputati che adesso dovranno rispondere di associazione a delinquere, riciclaggio e ricettazione. A costituirsi, invece, parte civile nel procedimento la Italiana Assicurazioni, difesa dall’avvocato Marco Gambuli.  

Il meccanismo – Compravano all’estero le carcasse di veicoli gravemente incidentati, una volta portate in Italia ne estraevano i dati identificativi che servivano a mascherare la “vera identità” delle auto rubate o entrate in loro possesso a seguito di rapine. La contraffazione avveniva tramite, quindi, il trasferimento dei dati delle auto incidentate su quelle nuove di zecche che venivano sottratte ai legittimi proprietari, rendendole così intercettabili.

Il “clan” una volta rubate le auto ne modificava, quindi, il numero di targa e quello del telaio, sfruttando i dati delle auto gravemente incidentate comprate a bassissimo costo all’estero. Un “giochino”  che ha permesso ai malviventi di guadagnare cospicue somme di denaro.  I furti delle auto avvenivano in tutta Italia, mettendo così in piedi un meccanismo che ha portato a numerosissimi furti. A far parte della rete ben tre concessionarie, alcune delle quali avevano come unico compito quello0 di comprare le auto all’estero, al fine di non insospettire le forze dell’ordine. Alla fine il gioco è stato scoperto. L’udienza di oggi, 13 gennaio, è stata rinviata. 

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