Viaggio nelle mafie in Umbria, l'alleanza multietnica su spaccio e prostituzione
Perugiatoday.it inizia un viaggio nelle mafie in Umbria monitorare nella relazione della Commissione anti-mafia approvata alla fine del dicembre 2012. Giri di affari, clan e nuovi business
Crescono, trovano accordi tra clan, ripuliscono, importano droga ma soprattutto fanno affari con la tratta degli schiavi avviati alla prostituzione su strada e quella dentro i night club (in numero sempre più crescente in Umbria). La nuova relazione della Commissione antimafia redatta a dicembre del 2012 ha inquadrato ancora meglio in fenomeno delle mille mafie che operano sulla nostra regione. E in particolare è Perugia la città dove si fanno gli interessi e si piazzano uomini per controllare spaccio, locali e persino società solo apparentemente normali. Ma chi pensa a solo mafie nazionali è fuori strada: stanno prendendo sempre più piede invece quelle straniere che operano sempre più spesso in assoluta autonomia accumolando ricchezze impensabili.
LA TRATTA DELLE SCHIAVE l’Umbria si contraddistingue da almeno un decennio per essere territorio di destinazione finale della tratta soprattutto di "giovani donne provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est destinate poi alla prostituzione su strada o nei numerosi locali notturni della regione. Quest'ulimi sono considerati un business in forte espansione (sia in termini assoluti che in termini percentuali rispetto alla vastità del territorio). Nei locali notturni sono piazzate come merce le donne “trafficate”;impiegate solo formalmente come intrattenitrici o figuranti di sala e delle quali viene sfruttata la prostituzione su vasta scala. "La varietà delle provenienze geografiche - si evince dalla relazione - delle rotte, delle modalità di ingresso (clandestino e non) poste in essere per garantire un continuo afflusso di giovani donne, le sinergie con organizzazioni estere che si occupano di fornire documentazione ed assicurare i trasporti, la stessa varietà dei sistemi di trasporto e delle successive sistemazioni logistiche delle donne, non consentono di delineare modalità di condotta omogenee". Soprattutto sulla prostituzione c'è quella che viene definita una integrazione criminale tra clan di diversa etnia (albanesi, romeni e paesi dell'Est in genere) con malavitosi e imprenditori senza scrupoli italiani con legami spesso con ambienti delle mafie italiche. C'è chi importa esseri umani, chi li acquista, chi li gestisce e chi poi pensa a farle girare per tutto il territorio.
RICICLAGGIO Qui il dominio è ancora dei colletti bianchi di due associazioni criminali prettamente italiane: la Camorra e la 'Ndrangheta. "Al riciclaggio o al reimpiego di capitali rivenienti da associazioni di tipo mafioso (in particolare dalla camorra e dalla ‘ndrangheta)" si legge nella relazione parlamentare. I denari della criminalità sono spesi soprattutto in attività economiche ed imprenditoriali quali l’edilizia e la ristorazione e la gestione di locali di intrattenimento (video lottery e video-poker in genere).E le infiltrazioni nonchè i prestanomi sono tutti spesso cittadini dei luoghi delle mafie ma residenti da anni a Perugia."Solitamente per il tramite di soggetti calabresi stabilmente dimoranti in Umbria": si specifica nella relazione.
DROGA Probabilmente i grossisti sono sempre i soliti: Camorra e 'Ndragheta ma lo spaccio è gestito da mafie straniere a Perugia in particolare. "Quanto alle organizzazioni dedite al compimento di una serie indeterminata di delitti di importazione, detenzione e successiva cessione a terzi di sostanze stupefacenti, le diverse attività di indagine hanno consentito di accertare la massiccia presenza sul territorio regionale (ed in particolare nel perugino) di compagini criminali composte prevalentemente da cittadini stranieri ed operanti in sinergia con singoli soggetti italiani residenti nella regione". In particolare sono presenti in regione organizzazioni composte in prevalenza da soggetti nordafricani, generalmente dedite all’importazione ed alla cessione di rilevanti quantità di stupefacenti del tipo hashish; organizzazioni facenti capo a soggetti albanesi in buona parte dimoranti stabilmente nel territorio, dediti all’importazione ed alla successiva cessione a terzi di quantità anche rilevanti di cocaina, che solitamente utilizzano quale “attività” di copertura imprese edili individuali. Ci sono poi i rumeni che "oltre che al compimento di delitti contro il patrimonio, si cimentano al “commercio al dettaglio” di sostanze stupefacenti".