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Cronaca

Migranti in Umbria, esiste un rischio sanitario con il loro arrivo? I dati della Polizia

L'arrivo dei migranti da noi come nel resto del Paese ha prodotto dibattiti e allarmismi. Ma cosa c'è di vero su malattie infettive gravi - vedi ebola - o minori come tbc e scabbia? Parla il dirigente sanitario Fabrizio Cipriani

L'Umbria può ospitare fino a mille migranti che nell'ultimo periodo sono sbarcati o sbarcheranno lungo le coste del Paese o si trovano o si troveranno nei centri di identificazione. Mille potenziali richiedenti asilo e rifugiati. La gran parte di quei mille posti - spettandi all'Umbria - sono stati già assegnati con tanto di sistemazione e assistenza come previsto dai protocolli nazionali e internazionali. L'arrivo dei migranti da noi come nel resto del Paese ha creato spesso allarmismi in fatto di salute pubblica. Paventato il rischio di una "esportazione" del virus ebola o più semplicemente di malattie infettive che negli ultimi decenni in Italia e in Umbria sono state debellate o ridotte al minimo. 

Stiamo parlando di scabbia e turbecolosi. Gli agenti di Polizia, a contatto tutti i giorni con i migranti, hanno voluto fare chiarezza mettendo sul tavolo della discussione i propri dati e soprattutto le proprie esperienze. Il tutto in un dossier pubblicato dalla rivista Polizia Moderna a firma di Fabrizio Cipriani, dirigente superiore medico della Polizia di Statodirettore Servizio affari generali - Direzione centrale di sanità. 

"I dati ufficiali - ha scritto - ci permettono di affermare che i migranti che arrivano sulle nostre coste sono sostanzialmente in buona salute, anche se provati dal viaggio. Presentano patologie connesse alle condizioni proibitive cui sono stati sot-toposti quali: colpi di sole e di calore, assideramento, lesioni da decubito dovute alla posizione forzata sui barconi, stati di disidratazione". 

"Per quanto riguarda il rischio Ebola, lo studio dei flussi migratori indica che i migranti, che partono dalle zone dell’Africa sub-sahariana, arrivano sulle coste italiane anche dopo 4-5 mesi di viaggio. Se questi tempi vengono rapportati a quelli di incubazione dell’Ebola (dai 2 ai 21 giorni, generalmente 5-10), si può concludere come la possibilità, che soggetti infettati dal virus possano entrare in Italia con gli sbarchi, sia piuttosto astratta".

Lo stesso dirigente della Polizia ammette che ci sono stati e ci saranno casi di malattie da contagio come la scabbia, pediculosi e tubercolosi. Fenomeni che spesso si manifestazioni a causa della scarsa igiene e una alimentazione inadeguata. Anche per questo è importante un'accoglienza mirata e che garantisce al migrante igiene e pasti regolari. 

"La scabbia e la pediculosi, quest’ultima molto diffusa nelle nostre comunità scolastiche, non rappresentano patologie che mettono a rischio la vita, tuttavia vengono temute dagli operatori del soccorso soprattutto per la possibilità di trasmetterle ai propri familiari. La scabbia, ritornata a preoccupare ultimamente l’opinione pubblica, viene trasmessa attraverso il contatto prolungato tra le epidermidi, oppure mediante contatti sessuali con un’altra persona infetta, più ra- ro il contagio attraverso vestiti, biancheria, mobili e superfici con le quali una persona infetta sia venuta in contatto. Se non curata la scabbia non guarisce, tuttavia è spesso sufficiente un’unica applicazione di trattamento locale per risolvere 
l’infezione, anche se il prurito può persistere per alcuni giorni. Peraltro, la difficoltà di differenziare le lesioni cutanee tipiche della malattia con quelle da grattamento, dovute ad alche sono stati sottoposti a visita medica e successiva esecuzione di specifici test diagnostici". 

Fabrizio Cripriani ribadisce la teoria del "migrante sano" che si fonda su questi convicimenti e sui dati registrati in questi anni. "Si parte dall’osservazione che imigranti, che affrontano le incertezze ed i pericoli di un viaggio gravoso, hanno di fatto superato un processo di selezione naturale, che li ha scelti tra i più forti, escludendo quelli che, al contrario, presentano condizioni di svantaggio e malattie di base.  Tale teoria si presta ad una lettura anche in chiave psicologico-motivazionale: coloro che decidono di migrare e di provare a cambiare il loro destino sono i soggetti più ambiziosi e con maggiore iniziativa. Rappresentano sovente persone sulle quali un’intera famiglia ha investito le proprie risorse economiche con la speranza che, una volta in Europa surgere a riferimento e sostentamento".

Insomma tanti dati, analisi e teorie che è fondamentale conoscere quando si affronta il delicato tema dei migranti a livello sanitario. E' invece altra cosa la discussione politica sull'accoglienza a 360 gradi e sui troppi che con l'accoglienza fanno business. Mafia Capitale ci ha aperto gli occhi a tutti. 

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