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Cronaca

Umbria terra ad alto tasso di immigrazione: tutti i numeri del dossier

L’Umbria si conferma, dopo Emilia-Romagna e Lombardia, la terza regione italiana a più alta incidenza di immigrati, anche se il fenomeno si presenta in lieve diminuzione (-1,31%) e unicamente nella  provincia di Perugia, mentre a Terni la situazione rimane stazionaria

L’Umbria si conferma, dopo Emilia-Romagna e Lombardia, la terza regione italiana a più alta incidenza di immigrati, anche se il fenomeno si presenta in lieve diminuzione (-1,31%) e unicamente nella  provincia di Perugia, mentre a Terni la situazione rimane stazionaria.
La regione  ha inoltre dati superiori alla media del Paese per numero di acquisizioni della cittadinanza italiana e per la presenza di alunni stranieri nelle scuole (14% del totale); infine aumentano le imprese straniere, soprattutto nel settore del commercio, e si registrano incrementi di alcune comunità di immigrati dovuti a motivi umanitari e per effetto dell’emergenza profughi. E’ quanto emerge dal “Dossier statistico immigrazione 2015” per l’Umbria e riferito al 2014. Il Rapporto, curato da Eleonora Bigi e Francesco Francescaglia della Regione Umbria, è stato presentato a Perugia alla presenza dell’assessore regionale al welfare Luca Barberini.

Alla fine del 2014  la presenza  degli stranieri residenti scende a 98.618 (- 1.304), pari all’11,02% dei  residenti complessivi (894.762 persone; -0,22%).  La diminuzione dipende principalmente dal notevolissimo aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana (49,21%; 2.265 v.a.; media nazionale: 28,97%), più marcato nella provincia di Perugia (+57,84%) rispetto a quella di Terni (+19,77%). L’immigrazione in Umbria si caratterizza come fenomeno strutturale che evidenzia come la regione è più attrattiva per gli stranieri che arrivano in Italia (+2.195 v.a.) di quanto non lo sia per quelli provenienti da altre regioni (-1.924 v.a).

I nuovi nati stranieri, nel 2014, sono stati 1.273, il 18,14% del totale dei nati vivi (7.015), in diminuzione (-13,43%) rispetto all’anno precedente, con un calo maggiore nella provincia di Perugia (-16,18%) rispetto a quella di Terni (-3,60%). Sono dati comunque molto elevati e confermano l’aumento del numero delle “seconde generazioni” in Umbria. Nel 2014, provengono da paesi non-UE 64.406 immigrati residenti (65,30%), in calo del -2,56%, mentre i cittadini provenienti da paesi UE sono diminuiti del -1,16%.

Nella città di Perugia, dove risiedono un quinto degli immigrati della regione (20.459 v.a.; incidenza 12,35%), il calo del numero di stranieri è superiore alla media regionale (-6,22%) e riguarda soprattutto cinesi (-17%), ecuadoriani (-13%), marocchini (-12%) ma anche romeni, albanesi e peruviani che diminuiscono di circa il 5%. Nella città di Terni, invece, il numero di stranieri (12.806) è in leggero aumento (0,95%). I permessi di soggiorno rilasciati nel 2014 dalle due Questure di Perugia e di Terni sono stati 22.824 (17.601 a Perugia e 5.223 a Terni), di cui 9.534 (8.307 PG e 1.227 TR) per motivi di lavoro (41,8%), 7.562 (5.948 PG e 1.614 TR) ricongiungimenti familiari (33,1%) e 1.712 (1.077 PG e 648 TR) per protezione internazionale (7,5%). A Terni sono stati rilasciati 1.398 permessi Ce per Soggiorno Lungo Periodo, mentre a Perugia sono 4.278 (nel 2013 erano 5.523; -22,54%) .

Nella provincia di Perugia, il 50,6% dei permessi di soggiorno rilasciati agli albanesi sono per motivi familiari (1.694 su 3.347). Il 44% dei permessi rilasciati ai cinesi sono per motivi di studio (645 su 1.467), mentre il 51,4% dei permessi rilasciati agli statunitensi sono per residenza elettiva (111 su 216).

Le principali comunità di immigrati residenti in Regione nel 2014, secondo i dati ISTAT, si confermano le medesime dell’anno precedente: Romeni  (26.030 v.a.; +1,50%), Albanesi (16.155 v.a.; -3,25%), Marocchini (10.085, in calo), Ucraini (4.951), Macedoni (4.438; + 2,14%), Ecuadoriani (3.340, in forte calo: -9,41%), Moldova (3.005; -4,05%), Polonia (2.372, in calo), Cina (2.199; in forte calo: -7,02%), Perù (1.857; -5,54%), Filippine (1.623, in forte calo: -9,88%), India (1.570) e Nigeria (1.475; in forte aumento: +7,12%). Può essere interessante notare che il comune con la più alta incidenza di romeni è Parrano (11%), mentre, tra i comuni con più di 15.000 abitanti, il primato spetta a Marsciano (5%). La più elevata incidenza di albanesi in rapporto alla popolazione la troviamo a Trevi (6%), e, per quanto riguarda i comuni con più di 15.000 abitanti, a Castiglione del Lago (4%). Il 97% del totale degli ecuadoriani risiedono in provincia di Perugia e, più in particolare, nel comune di Perugia (57%). Il 92% dei marocchini risiede in provincia di Perugia e le più elevate incidenze sono nei comuni di Lisciano Niccone (6,2%) e di Umbertide (4,5%). Nella provincia di Terni, in particolare nel capoluogo, risiedono la maggioranza degli indiani (67%) e dei pakistani (66%) presenti in regione. 

Decidono di lasciare l’Umbria principalmente i migranti non comunitari per motivi economici che sono in  maggiore difficoltà. Sempre nel 2014, ci sono stati, invece,  forti incrementi percentuali di immigrati bengalesi (17,78%) e pakistani (8,31%, anche rifugiati), nonché, principalmente per motivi umanitari, di: nigeriani, libici (+54,55%), afghani, senegalesi, ghanesi, gambiani e maliani (in calo, invece, siriani ed eritrei). Queste ultime comunità sono numericamente piccole, ma crescono per effetto dell’emergenza “profughi”. La quota assegnata nel 2015 dal Ministero dell’Interno all’Umbria è di oltre un migliaio di richiedenti protezione internazionale, che vengono distribuiti sul territorio regionale in piccoli nuclei di modo che possano inserirsi nelle realtà locali senza gravare eccessivamente su di esse. Per rispondere alle esigenze di prevenzione e di tutela della salute pubblica e dei migranti, la Regione Umbria ha approvato una delibera di Giunta per disciplinare le procedure operative per garantire visite mediche tempestive sin dall’arrivo dei richiedenti protezione internazionale. Questo modello di accoglienza umbro, gestito dalle Prefetture con la collaborazione proficua della Regione e delle ASL, di molti Comuni, degli enti gestori e delle Questure, sta ampiamente dimostrando di funzionare con efficacia.

Nel 2014 l’economia umbra ha continuato a ridursi e il prodotto regionale è diminuito dello 0,4%, anche se le aspettative per il 2015 prefigurano uno scenario in moderato miglioramento. La crisi ha continuato a colpire i comparti, come siderurgia e costruzioni,  dove maggiore è la presenza di lavoratori stranieri. Secondo l’Osservatorio sul mercato del lavoro della Regione Umbria, nel 2014 il numero degli occupati è rimasto stabile (349.000 v.a.; -0,1%), grazie all’agricoltura (+12,4%) e servizi che ha compensato il forte calo nell’industria (-2,7%, concentrato nel comparto delle costruzioni -10,4%). Essendo cresciuto, però, il numero di persone in cerca di occupazione (+4.000), la disoccupazione ha raggiunto l’11,3% (44.000 v.a.; +1,0% rispetto al 2013). Il tasso di disoccupazione è aumentato anche tra gli stranieri, passando dal 14,1% del 2012 al 17,3% del 2013. Il settore dei servizi alla persona ha continuato a registrare un calo di occupati (sia italiani che stranieri) che, nel 2014, sono scesi a 19.420 rispetto ai 20.209 del 2013 e ai 21.044 del 2012.
La crisi economica ha ridefinito il ruolo dei lavoratori stranieri: dapprima complementari, ormai sono indispensabili in alcune specifiche mansioni, a cominciare dal welfare familistico.
Al tempo stesso la fase recessiva ha dimostrato le maggiori difficoltà dei lavoratori immigrati che sono stati colpiti dalla crisi più duramente rispetto agli italiani. Ad esempio, secondo l’Osservatorio regionale, nel 2014, le nuove assunzioni  hanno segnato un calo per gli stranieri (-4,1%, più marcato tra i non comunitari -5,4% rispetto ai cittadini UE -1,9%) e un aumento per gli italiani (+5,5%). Queste differenze così marcate tra italiani e stranieri confermano la dualità del mercato del lavoro: gli immigrati sono più precari, percepiscono salari più bassi e sono più esposti alla disoccupazione.
I dati ISTAT del secondo trimestre del 2015, però, sembrerebbero essere incoraggianti, con una ripresa dell’occupazione nel settore dei servizi e, finalmente, anche in quelli delle costruzioni e del manifatturiero: la disoccupazione è scesa al 9,8%.

Secondo Unioncamere Umbria, le imprese straniere, al II trimestre del 2015, sono 7.144, in aumento, rispetto al 2013, del 5,71% (+386 v.a.) e rappresentano l’8,79% del totale delle imprese umbre (media nazionale 9,48%; variazione: +7,74%). Esse sono concentrate nei settori delle costruzioni (30,62% del totale delle imprese straniere; 31% nel 2013) e del commercio (34,30%; nel 2013 era il 30%). Nelle costruzioni le imprese straniere sono diminuite del 2,32%, però, mentre nel 2013 in questo settore le cessazioni superavano le iscrizioni, i dati più recenti ci restituiscono una situazione opposta, a conferma della positività della congiuntura a metà 2015. Nel commercio, invece, le imprese straniere sono notevolmente aumentate (12,32%). Le ditte hanno prevalentemente la natura giuridica di imprese individuali (84,85%, in crescita rispetto all’80,4% del 2013). 

La lettura dei dati dell’Università degli Studi di Perugia mostra che gli universitari provenienti da paesi non-UE, nell’anno accademico 2014/2015, sono 987, il 4,28% dei 23.056 iscritti totali, in aumento del 1,33% rispetto al precedente anno accademico a fronte di un calo complessivo degli iscritti di 5,25%. Il dato è ancora più significativo se si osservano le immatricolazioni di nuovi studenti provenienti da paesi non-UE, che sono aumentate di ben il 31,71% a fronte di una crescita complessiva delle immatricolazioni del 3,63%. La nazionalità più numerosa, con 308 studenti (dei quali più di 2/3 femmine), è quella degli universitari provenienti dall’Albania, seguita, con una cinquantina di studenti ciascuno, da: Camerun, Ecuador, Iran, Marocco e Ucraina. Gli studenti non-UE provengono da ben 70 paesi diversi (5 in più rispetto all’anno accademico precedente) e le studentesse sono il 57% (in calo rispetto all’a.a. precedente).

Gli alunni stranieri nelle scuole umbre sono il 14,0% del totale degli studenti (dati a.s. 2013/2014), un’incidenza tra le più elevate delle regioni italiane. Una presenza che evidenzia la sempre maggiore importanza che ricoprono le cosiddette seconde generazioni e che manifesta la necessità che la scuola divenga una “palestra d’integrazione. Intercultura, quindi, come metodo e, al tempo stesso, modello sociale dove la comunicazione e il dialogo - in un ambito di partecipazione, negoziazione e risoluzione dei conflitti - assumono un ruolo centrale nella possibile costruzione di una comunità interculturale.

La stima dell’appartenenza religiosa degli stranieri residenti in Umbria ci dice che il 59,3% degli immigrati sono cristiani (35,7% ortodossi, 18,3% cattolici e 4,7% protestanti), un valore superiore alla media nazionale per effetto del maggior numero di ortodossi presenti; mentre il 32,2% sono musulmani, una percentuale identica alla media nazionale. Sotto la media nazionale, invece, si collocano induisti, buddisti e altri appartenenti a religioni orientali.

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