rotate-mobile
Cronaca

Umbria, più di duemila persone colpite da ictus ogni anno: ecco come fronteggiarlo

Il corso di formazione Simeu per medici e infermieri d’emergenza e urgenza all'ospedale di Perugia

Il fattore tempo, in caso di ictus, è fondamentale. Un trattamento terapeutico appropriato e tempestivo è in grado di contenere in maniera decisiva i danni cerebrali del paziente, riducendo i tassi di mortalità e di sequele disabilitanti. La sezione umbra della SIMEU (Società Italia Medicina d’Emergenza-Urgenza), in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, ha organizzato un evento formativo, lunedì 6 giugno presso il polo didattico dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia, rivolto a medici e infermieri di emergenza e urgenza di tutto il territorio. L’obiettivo è quello di illustrare ai partecipanti i più recenti aggiornamenti in campo di trombolisi e di favorire un confronto tra gli operatori del settore.

Oltre 2.000 umbri, ogni anno, sono colpiti da ictus, con sequele disabilitanti nel 30-40% dei casi e un tasso di mortalità che in certe fasce d’età può arrivare fino al 20%. “Negli ultimi anni”, dichiara il presidente della SIMEU Umbria Alessio Gamboni, “l’aumento delle conoscenze sulla fisiopatologia e la scoperta di nuove strategie terapeutiche hanno modificato notevolmente l’approccio al trattamento della malattia, consentendo di ottenere risultati invidiabili. L’ictus acuto è ormai riconosciuto come un’emergenza medica. Entro 3 ore dall’inizio della sintomatologia tutte le linee guida internazionali raccomandano la somministrazione di una terapia salvavita con farmaci trombolitici (rt-PA) e, secondo i più recenti studi clinici, tale finestra terapeutica può essere estesa sino a 4,5 ore in casi selezionati”. La trombolisi è efficace e spesso provvidenziale. Ma ancora troppi pochi umbri colpiti da ictus ne possono godere. 

Nonostante evidenze scientifiche esistenti già da anni, infatti, riuscire a sottoporre a trombolisi i pazienti colpiti da ictus nei tempi necessari risulta complicato. Il fattore principale è la difficoltà, da parte degli stessi pazienti, di riconoscere i sintomi della patologia. I cittadini, in altre parole, prendono coscienza tardi dell’arrivo dell’ictus. Per questo è sempre più importante ottimizzare i tempi della filiera sanitaria, dall’intervento del 118 sul posto al trattamento terapeutico in ospedale. Il corso organizzato dalla SIMEU Umbria, intitolato “Percorso ictus: dal territorio alla trombolisi” e promosso, tra agli altri, dal presidente dell’European Stroke Organisation (ESO), la Dott.ssa Valeria Caso (Stroke-Unit Perugia), mira proprio a sviluppare piena consapevolezza sul percorso diagnostico terapeutico regionale e le sue modalità di attivazione.

Il corso si svolgerà nell’Aula 5 dell’edificio B-2 del polo didattico del Santa Maria della Misericordia, e prevede una serie di lezioni frontali tenute da docenti SIMEU (medici di emergenza-urgenza operanti sul territorio regionale) e da neurologi provenienti da alcuni Centri Ictus della regione (AUSL Umbria 2 – Azienda Ospedaliera di Perugia). L’evento sarà anche un importante momento di integrazione e confronto tra operatori dell’emergenza territoriale, medici di PS e neurologi provenienti dai centri hub e spoke della regione. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Umbria, più di duemila persone colpite da ictus ogni anno: ecco come fronteggiarlo

PerugiaToday è in caricamento