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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

SANITA' | Ci sono i fondi, il team degli esperti e le regole... ma lo screening anti-Epatite C non parte. I rischi e la patologia

La denuncia porta la firma della professore Daniela Francisci, Direttore SC Malattie Infettive, Clinica di Malattie Infettive Università di Perugia, intervenuta in occasione del corso di formazione Ecm sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C

Dal 2021 c'è un programma chiaro, con  le modalità di intervento stabilite,  un gruppo di specialisti individuato, persino il finanziamento per portare avanti il tutto... peccato però che ad oggi, ad un passo dal 2023, non è ancora operativo lo screening attivo per l'epatite C previsto in una delibera di Giunta. E' questa la realtà in Umbria. La denuncia porta la firma della professore Daniela Francisci, Direttore SC Malattie Infettive, Clinica di Malattie Infettive Università di Perugia, intervenuta in occasione del corso di formazione Ecm sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo incondizionato di AbbVie. 

L'epatite C è una malattia infiammatoria del fegato causata dal virus dell'epatite C (HCV, acronimo dell’inglese Hepatitis C Virus) che, in tutto il mondo, rappresenta una delle principali cause di trapianto e dello sviluppo di malattie croniche del fegato come, ad esempio, l'epatite cronica, la cirrosi epatica e il cancro del fegato o epatocarcinoma. La cura (terapia) dell'epatite C, un tempo insoddisfacente, ha fatto notevoli progressi negli ultimi anni grazie all'introduzione di nuovi farmaci, i cosiddetti antivirali ad azione diretta. Invece, nonostante siano stati fatti vari tentativi, oggi non è ancora disponibile un vaccino per prevenire l'infezione da HCV. Da qui l'importanza di una campagna di prevenzione a più largo raggio per prevenire gli effetti collaterali pesanti provocati sul paziente da parte dell'epatite C. 

L'infezione acuta da HCV (quella conseguente al primo incontro con il virus) è, molto spesso, di lieve entità e non causa disturbi (sintomi) ma tende a persistere nell'organismo, diventando cronica nel 50-80% delle persone infettate. I sintomi, infatti, possono manifestarsi dopo diversi anni dal contagio a causa dello sviluppo di una malattia epatica cronica o di altre complicazioni in altri organi (manifestazioni extraepatiche dell’epatite C).
 
Al ‘Focus sull'Epatite C - Stato dell'arte e prospettive future', rientra nell’ambito di ‘Hand – Hepatitis in Addiction Network Delivery’ la professoressa Francisci ha ribadito l'importanza della prevenzione e di un percorso semplificita:  "Questo è un punto molto importante- ha risposto Francisci- perché soprattutto quando facciamo riferimento ai pazienti tossicodipendenti, che rappresentano un importante serbatoio di infezione, la semplificazione del processo di diagnosi e di cura è fondamentale. In questo senso è importante, per esempio, effettuare i prelievi direttamente nei Serd.D., o comunque nel luogo frequentato dal paziente, costruire anche dei test semplificati, come i test rapidi, per esempio i test rapidi capillari, oppure utilizzare un prelievo sierologico per la ricerca degli anticorpi e sullo stesso prelievo, se positivo, eseguire l’Hcv-Rna, ovvero il reflex testing. Quindi, tutto ciò che può servire ad abbreviare i tempi e semplificare il percorso del paziente è sicuramente importante".

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