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Cronaca

L'appello per tutelare chi è in prima linea: "Orrore, vita stravolta e turni h24: con il virus avanza anche la depressione"

"Effetto male oscuro da trincea": il grido d'allarme alle istituzioni del Presidente dell'Ordine interprovinciale Perugia-Terni Massimo Angelini

Aiutare chi sta aiutando tutti in questa fase drammatica del coronavirus. Aiutarli per evitare che, quando tutto sarà finito, molti di loro (per quello vissuto, per le preoccupazione e per la vita stravolta) possano cadere nel baratro della depressione. L'analisi-appello (rivolta alle istituzioni nazionali e regionali) porta la firma dell'ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione che rappresenta ben 19 Albi professionali e conta in Umbria 3.000 iscritti. Il Presidente dell'Ordine Interprovinciale Perugia Terni Massimo Angelini ha spiegato che, in particolare nei confronti di chi oggi si trova in prima linea come operatore sanitario, insieme al "virus subodolo" sta avanzando anche il male oscuro, la depressione. E questo vale per tutti coloro, anche senza camice bianco, che ad oggi si trovano sul fronte (come protezione civile, come uffici di pubblica utilità, forze dell'ordine e altri ancora).

Un male oscuro che si sta lentamente facendo strada proprio grazie alle rovine, alla vita sociale distrutta, agli orrori e al super-lavoro che sono tutte conseguenze determinate e alimentate dal male invisibile, il coronavirus. Dunque insieme al nemico contagioso si sta muovendo, tra le sue file, anche quello ben più conosciuto e da sempre difficilmente arginabile: il male oscuro-le depressione.  "Alcune aziende hanno attivato servizi di consulenza psicologica - scrive nel suo appello il presidente Massimo Angelini - ai quali tuttavia pochissimi ricorrono, perchè il male oscuro, come il virus, dà segno di sé quando gran parte del danno è stato fatto. Mi giungono alcuni gravi ed allarmanti segnali che mi fanno temere il degenerare della situazione, non vorrei che quando tutto finirà, gli operatori sanitari si trovino nella condizione dei militari tornati dal fronte!". 

Data la straordinarietà di questa emergenza sanitaria, senza precedenti, il modo in cui ha stravolto la vita e il lavoro, gli orrori e le paure vissute in prima persone negli ospedali... possono dunque essere equiparati, con alcuni distinguo, ad un periodo della vita passata al fronte o in zone di guerra. Insomma la sindrome del reduce che attualmente viene analizzata dagli psichiatri occidentali sui militari di ritorno da zone di guerra: i dati ufficiali parlano di un 20 per cento dei reduci che accusano sintomi di post-traumatic stress disorder. Un fenomeno che nei casi più estremi si lega a una drammatica conseguenza: la diffusione dei suicidi. E dal Nord del Paese, dove il coronavirus è alla massima potenza, si sono registrati alcuni casi (volontari) che hanno portato alla morte di infermieri. 

Analizza ancora il Presidente Ordine Interprovinciale Perugia Terni Massimo Angelini: "Lo stress di queste ore lo stanno subendo tutti i cittadini, chi per una ragione, chi per un’altra. E‘ un fatto certo che il personale sanitario e tutti coloro che dentro le strutture ospedaliere e territoriali hanno visto stravolta la loro quotidianità casalinga e familiare, assommano un super stress dovuto all’attività lavorativa che non risponde più, nella stragrande maggioranza di casi, ai consueti ritmi lavorativi, di sonno-veglia, di alimentazione; è una condizione del tutto eccezionale".  

E ancora: "Il personale di tanti, troppi servizi, era tarato su attività programmate e modulabili, gestibili con il ricorso agli straordinari o a istituti economici finalizzati all’abbattimento delle liste di attesa, tante ore in più per lo stesso organico in servizio. Ad animo sereno e senza ferie o malattie il sistema ha retto al limite delle proprie forze; con dotazioni organiche generalmente definite senza entrare nel merito delle specifiche competenze professionali, ma su aggiustamenti frutto di capacità negoziali e non di dati oggettivi; con linee professionali prive di riferimenti gerarchici certi, che in questi momenti avrebbero dato sicurezza ed efficienza al sistema. Questo contribuisce all’avanzata del temibile male oscuro: la depressione". 

Per cercare di arginare questo fenomeno, del male oscuro, oltre che ai servizi predisposti di ascolto e di intervento psicologico già attivati, l'ordine chiede alle istituzioni di rafforzare sia l'invio delle protezioni sanitarie anti-contagio che assumere - come si sta facendo - il maggior numero possibile di "soldati" specializzati nelle diverse professioni sanitarie per far respirare, per riportare ad un minimo di normalità chi attualmente si trova in prima linea:  "I servizi dovranno ripartire e affinchè questo avvenga gradualmente è necessario che fin da ora tutte le professioni vengano numericamente rinforzate per garantire prima possibile il giusto riposo a quelli che purtroppo già da ora sognano come indossare o togliere correttamente i DPI senza infettarsi e si svegliano così senza aver dormito!".

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