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Cronaca

RICERCA Troppo sodio e poco potassio: i giovani umbri a rischio gravi patologie

Lo studio anche la firma del Prof. Giuseppe Castellucci, Presidente della Sezione Umbra della Società Italiana di Pediatria. Ecco cosa rischiano a livello di salute e come alimentarsi correttamente

Troppo sodio e poco potassio nell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti italiani, specialmente gli umbri. Questo è, in sintesi, il risultato di un uno studio multicentrico patrocinato dal Ministero della Salute e recentemente pubblicato dalla Rivista Scientifica Plos/One che ha coinvolto 1424 bambini e adolescenti di dieci Regioni Italiane, compresi 77 umbri. 

Nello specifico tale studio ha evidenziato che il 93 per cento dei ragazzi e l'89 per cento delle ragazze introducevano una quantità di sodio molto superiore a quella consigliata per il fabbisogno personale, mentre la quantità di potassio era, purtroppo, inferiore alla media. 

Questo articolo, redatto da pediatri ed esperti del settore provenienti da tutta Italia, porta anche la firma del Prof. Giuseppe Castellucci, Presidente della Sezione Umbra della Società Italiana di Pediatria nonché membro attivo del Comitato direttivo di Eurobis, il quale – alla luce dei risultati, in particolar modo di quelli dei ragazzi umbri – ha subito pronti dei suggerimenti per i genitori: “Per controllare questi valori basta non aggiungere sale fino al nono mese di vita del bambino per poi limitarne il consumo a non più di due grammi al giorno fino a due anni. Dopo questa prima fase bisogna sempre uniformarsi gradatamente alla quantità prevista dopo i sette anni che quella pari a cinque grammi al giorno. I genitori devono sempre ricordare che – prosegue Castellucci - che ad un maggiore consumo di sale corrisponde un aumento significativo della pressione arteriosa, anche nei giovani”.

Questi consigli valgono soprattutto per la stagione calda: “Durante i mesi estivi, - puntualizza il prof. Castellucci - si può più facilmente raggiungere l'obiettivo di una corretta introduzione di sodio e di potassio utilizzando frutta di stagione (come anguria, melone, ciliegie, albicocche, prugne o anche una macedonia di frutta), verdure, legumi, pane tipico umbro non salato, pasta, carne e pesce poco salati ed evitare altresì i cracker, le patatine, gli snack o i cibi in scatola già confezionati e ridurre gli affettati: in pratica tutti quei cibi salati ipercalorici che sono una causa ben nota dell'aumento dell'obesità”.

Il sodio si trova naturalmente in una varietà di alimenti, compresi il latte e la panna (circa 50 mg di sodio per 100 g) e le uova (circa 80 mg/100 g). Si trova anche, in quantità molto più elevate, in alimenti trasformati, come il pane (circa 250 mg/100 g), nelle carni lavorate come la pancetta (circa 1.500 mg/100 g), negli snack come i salatini, nelle patatine al formaggio e nei popcorn ( circa 1.500 mg/100 g), nonché nei condimenti come la salsa di soia (circa 7.000 mg/100 g), e nel brodo o nei dadi (circa 20.000 mg/100 g).

Invece i cibi ricchi di potassio sono fagioli e piselli (circa 1.300 mg di potassio per 100 g), frutta secca (circa 600 mg/100 g), verdure come spinaci, cavoli e prezzemolo (circa 550 mg/100 g), e frutta come banane e papaia (circa 300 mg/100 g). Ma i trattamenti riducono la quantità di potassio in molti prodotti alimentari.

La pressione arteriosa è un pericolo soprattutto per i bambini che hanno grandi rischi di avere la pressione elevata da adulti.

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