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Cronaca

Salute, Umbria: stimati 730 casi di tumore al seno

In occasione dell'iniziativa della Direzione regionale Salute, Coesione sociale e Società della conoscenza della Regione Umbria, ecco alcuni dati sulle neoplasie alla mammella

Giovedì mattina, a Perugia, durante l'evento formativo dal titolo "Screening mammografico, gestire la complessità per guadagnare in salute", in corso alla Sala Convegni del Centro Congressi dell'Hotel Giò di Perugia, oggi e domani 9 marzo, sono stati illustrati alcuni dati sullo screening mammografico e sull'incidenza dei tumori al seno in Umbria.

Per esempio, lo screening mammografico, il programma di sanità pubblica che invita a mammografia con cadenza biennale le donne di 50-69 anni, è in grado sia di rendere gli interventi di chirurgia mammaria meno invasivi, sia di ridurre di circa il 45 per cento la mortalità per cancro della mammella nelle donne che si sono sottoposte ad almeno una mammografia di screening. Il dato è emerso

 L'iniziativa, promossa dalla Direzione regionale Salute, Coesione sociale e Società della conoscenza della Regione Umbria e realizzato in collaborazione con il "GISMa", Gruppo Italiano Screening Mammografico, è distinta in due diverse parti: nella prima vengono presentati i risultati di dieci anni di screening mammografico in Umbria, con attenzione a tutto il percorso diagnostico-terapeutico, mentre nella seconda parte si affronta in un seminario di approfondimento il tema dei "cancri intervallo"

"In Umbria - è stato detto durante l'incontro - si stimano circa 730 nuovi casi di neoplasia della mammella all'anno, corrispondenti a 156 casi per 100.000 donne, quasi un quarto di tutti i nuovi casi di tumore nelle donne e circa 188 morti (32,9 per 100.000 donne) pari al 16 per cento delle morti per tumore nelle donne". Ma quante donne umbre utilizzano la mammografia a fini di prevenzione? Quante vengono raggiunte dalle attività di promozione? Quali motivi tengono una parte di loro lontano dalla diagnosi precoce?

A tal proposito sono stati illustrati i dati regionali in materia e i risultati della rilevazione effettuata attraverso il sistema PASSI nel 2010 in Umbria, in cui, tra l'altro, si affronta proprio il tema della diagnosi precoce delle neoplasie della mammella, permettendo un monitoraggio delle attività complessive di screening sia spontanee che all'interno del programma organizzato.

"Il programma di screening attivato su scala regionale - ha detto  la dottoressa Maria Donata Giaimo della Direzione regionale Salute, Coesione Sociale e Società della conoscenza - è attivo dagli anni 2000 e coinvolge il 25 per cento della popolazione femminile pari, ogni due anni, a circa 120.000 donne di età compresa tra i 50 e 69 anni con un livello di estensione intorno al 100per cento. L'adesione delle donne all'invito è molto elevata e delle circa 60 mila donne chiamate all'anno, rispondono all'invito ad effettuare una mammografia gratuita circa il 74per cento".

"La gratuità e l'offerta attiva favoriscono l'equità di accesso a tutte le donne interessate, residenti e domiciliate in Umbria - ha aggiunto - e costituiscono un riconoscimento del valore e del significato sociale dello screening. Indipendentemente da questi programmi, la mammografia viene effettuata anche su iniziativa personale della donna, nell'ambito del rapporto con il proprio ginecologo o in altri contesti". Relativamente al numero di richiami delle pazienti per approfondimenti che è pari al 4,1 per cento, la dottoressa Giaimo ha evidenziato che "il dato evidenzia la capacità del radiologo di diagnosticare i casi di maggior rischio individuando il falso positivo".
 

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