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Cronaca

Truffa colossale via mail con il trucco della falsa eredità, raggirati centinaia di cittadini: inviati falsi testamenti da inesistenti notai

Una mega truffa colossale, quella che sarebbe stata messa in porto da una decina di indagati per cui la procura della repubblica di Perugia ha notificato nei giorni scorsi la chiusura indagini

Una truffa colossale, quella che sarebbe stata messa in porto da una decina di indagati per cui la procura della repubblica di Perugia ha notificato nei giorni scorsi la chiusura indagini.  Secondo il pm Massimo Casucci, gli indagati (tutti stranieri, la maggior parte originari della Nigeria, ma anche del Benin e della Liberia) in concorso tra loro e con ruoli bel precisi all'interno del sodalizio avrebbero agito anche in Umbria, nel ternano in particolare, ma i clienti bleffati sarebbero sia italiani che stranieri. 

La truffa messa in porto sarebbe stata la seguente: prima avrebbero trovato gli indirizzi telematici delle vittime, poi avrebbero inviato (nell'ordine di migliaia al giorno) email di apparente provenienza istituzionale, bancaria o professionale e con le quali avrebbero richiesto l'invio di coordinate bancarie, codici di accesso e conti credenziali e password o addirittura pin di carte di credito. E questo - è la ricostruzione della procura di Perugia - per avere poi accesso ai dati delle vittime e alle loro carte di pagamento.Ma le constestazioni mosse nei loro confronti -  a vario titolo - riguardano anche l'accesso abusivo ai sistemi informatici e telematici degli istituti di credito o di gestione delle carte di pagamento "protetti da misure di sicurezza e da considerarsi di interesse pubblico perchè preposti alla gestione e tutela del credito in ambito nazionale e internazionale".

Dopo aver individuato gli indirizzi di posta elettronica delle potenziali vittime da spennare (indirizzi, questi, estratti attraverso appositi programmi informatici) avrebbero inoltrato migliaia di mail al giorno facendo credere che provenissero da fonti autorevoli e istituzionali, nelle quali si segnalava l'esistenza di somme di denaro lasciate in eredità da parte di sconosciuti parenti.

Per far cadere nella trappola le persone, avrebbero inviato anche copie falsificate di atti, come falsi testamenti, per indurli poi ad aprire appositi conti correnti online per poter ricevere le "consistenti" somme in eredità. Per poterle ricevere però, le vittime designate avrebbero dovuto versare un deposito minimo per rendere le operazioni fattibili, con tanto di invio di coordinate bancarie del sodalizio su cui versare i soldi.

Soldi, questi, che secondo la procura sarebbero stati intascati dagli indagati con la falsa promessa dell'eredità. Tra i capi d'accusa formulati a loro carico, anche quello di aver utilizzato carte di credito con i pin e le password carpiti, per fare acquisti on line. I fatti contestati risalirebbero almeno dal 2011 ed avrebbero fruttato migliaia di euro agli indagati. Tra le figure di spicco della presunta banda di truffatori, anche un esperto informatico che sarebbe stato il "ricettatore" dei dati delle carte di credito carpite alle persone, altri appartamenti al gruppo avrebbero invece pensato all'invio si Spam a migliaia di destinatari per approfondire i contatti con le singole vittime. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati: Ilaria Iannucci, Michele Iacomi, Gloria Isidori, Omar Khmayes, Dora Iula, Francesco Marcucci, Giacomo Manduca, Francesco Carracci Montalbano. 

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