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Cronaca Castiglione del Lago

Ottengono 100mila euro dalla Regione per rilanciare l'azienda: ma se li tengono...

Una ditta di Castiglione del Lago operante nel settore della fabbricazione di porte e finestre ha fornito false fatturazione alla Regione di macchinari ma in realtà non avevano acquistato niente. L'indagine della Guardia di Finanza

Ha ottenuto 100mila euro di fondi pubblici per modernizzare l'azienda al fine di battere la crisi e la concorrenza, ma in realtà i soldi sono finiti direttamente nel portafoglio senza pensare per il futuro dell'azienda. La scoperta è stata fatta dalla Guardia di Finanza di Perugia nell'ambito del contrasto delle frodi comunitarie. Nel mirino è finito una società di Castiglione del Lago operante nel settore della fabbricazione di porte e finestre che aveva ottenuto dalla Regione Umbria 100mila euro tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) dall'Unione Europea. Un finanziamento che serviva di aiuto alla volontà di sostenere la competitività e lo sviluppo delle piccole e medie imprese.

Le indagini hanno complessivamente evidenziato che le operazioni economiche di acquisto di beni strumentali nuovi da impiegare nell’attività produttiva, riportati nelle richieste di contributi comunitari e nazionali  avanzate alla Regione Umbria, sono state documentate mediante l'utilizzo di false fatture emesse da soggetti economici compiacenti e recanti  modalità di pagamento difformi dalle prescrizioni del bando regionale.

In sintesi sono state realizzate operazioni bancarie di «mera facciata», funzionali cioè solo a dimostrare documentalmente l’esborso finanziario della società percettrice dei contributi comunitari.I requisiti essenziali del finanziamento comunitario sono ricollegabili da un lato all’acquisto di “nuovi” beni strumentali da impiegare nell’attività d’impresa, senza la retrocessione di quelli in già in uso, dall’altro all’integrale pagamento degli stessi mediante bonifico bancario, ricevuta bancaria o altro strumento di pagamento bancario attestanti l’effettivo esborso finanziario. 

A carico dell’amministratore della società sono stati ipotizzati i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ( art. 640 bis C.P.), falsità ideologica ( art. 483 C.P.) ed utilizzo di fatture o altri documenti  per operazioni inesistenti (art. 2 D.lgs.vo 74/2000) mentre, per i profili amministrativi, la Regione Umbria provvederà ora a recuperare la somma indebitamente percepita.

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