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Cronaca

Il miracolo della moltiplicazione dei soldi, tentano di truffare noto ristoratore

All’appuntamento si presenta solo uno dei due uomini mentre il complice, per maggiore cautela, lo attende all’interno di un vicino kebab

Qualche giorno fa, in un noto ed elegante ristorante del centro storico, due distinti signori di colore si fermano a pranzo, pagano e chiedono al gestore il suo biglietto da visita: vogliono incontrarlo successivamente ed in privato per proporgli un “affare”. Il ristoratore accetta l’invito ed ospita i due uomini, il giorno successivo, per ascoltare la loro proposta, presumibilmente, “commerciale”, davanti a un caffè nel suo locale.

I due sedicenti uomini “d’affari” fanno una dimostrazione della loro particolare “arte”: quella di utilizzare le banconote di vario taglio, usandole come una sorta di “stampo” su fogli di carta bianca delle medesime dimensioni che, a seguito dell’immersione in apposite sostanze chimiche che i due chiamano “medicina”, poi quasi per incanto si trasformano in banconote autentiche.

Nello specifico, ai fini della dimostrazione, chiedono all’imprenditore perugino una banconota da 50 Euro, la avvolgono nella carta stagnola, la inseriscono, avvolta da pezzi di carta bianca, all’interno di una scatola metallica, e vi versano la “medicina”. Dopo il trattamento, uno dei due “maghi” del denaro estrae dalla scatola metallica ben 3 banconote da 50 Euro, perfette con un solo inconveniente: le banconote sono totalmente bagnate e devono essere asciugate.

All’esito della dimostrazione pratica, i due africani lasciano al ristoratore il tempo di riflettere, e lo invitano, qualora decidesse di accettare l’“affare”, a contattarli: in caso positivo, avrebbe dovuto fissare con loro un appuntamento, garantire la piena ed esclusiva disponibilità del locale ristorante, in particolare del ripostiglio sotterraneo, chiudendo quindi l’attività per una giornata, e soprattutto far trovare la bellezza di 160mila euro in banconote pronte per la miracolosa “moltiplicazione”, senza dimenticare, ovviamente, il phon per la fase dell’asciugatura!

A questo punto l’uomo, che inizialmente aveva quasi creduto alla buona fede dei due avventori, si rivolge alla Polizia, e bussa alla porta della Squadra Mobile, dove in un paio d’ore gli uomini del Dott. Chiacchiera, coordinati dal Sostituto commissario Roscioli, preparano l’operazione in ogni minimo dettaglio. Il ristoratore, su indicazione della Polizia, fissa un appuntamento con i due africani per la mattina di ieri, venerdì 6 febbraio: promette loro che il locale resterà chiuso al pubblico, e che porterà una valigetta con la somma richiesta per la produzione del triplo della somma, quasi 500 mila Euro. Ovviamente i due truffatori, evidentemente non ancora particolarmente scaltri, cadono nella trappola: il luogo dell’incontro, purtroppo per loro, era sì chiuso al pubblico, ma pieno di poliziotti nascosti in ogni angolo pronti a beccarli sul fatto.

All’appuntamento si presenta solo uno dei due uomini mentre il complice, per maggiore cautela, lo attende all’interno di un vicino kebab. Il truffatore vuole subito controllare l’interno della valigetta, e quando si accorge che il ristoratore ha con sé soltanto una banconota da 200 Euro, comincia ad alterarsi e ad aggredirlo, ma mentre il gestore cerca di perdere tempo, facendo in modo che l’africano riveli il suo intento criminale, prima che l’aggressione potesse configurarsi, gli agenti escono allo scoperto e lo immobilizzano. Non hanno neanche avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo che sono stati immobilizzati: inutile il tentativo, da parte del primo africano, di scagliarsi contro gli agenti o di fuggire, e inutile anche quello del suo compagno di dileguarsi. Individuato dentro il kebab, anche lui è stato tempestivamente bloccato e portato in Questura.

Presso gli uffici della Squadra Mobile, i due sono stati identificati per T.C.J., del 1969, e N.L.F., del 1970, entrambi camerunensi, regolari con il soggiorno ma pluripregiudicati: uno dei due è residente a Ravenna, l’altro a Perugia, dove avevano deciso di “truffare” chissà quanti cittadini ed imprenditori. All’esito dell’operazione, i due camerunensi sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per i reati di truffa tentata in concorso e, nel caso del primo africano, per resistenza a Pubblico Ufficiale. 

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