rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Fondi pubblici, frode da oltre 50mila euro: nei guai società perugina

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia hanno eseguito una verifica fiscale su una società perugina beneficiaria di finanziamenti erogati dalla Regione, scoprendo una frode

Nell’ambito delle attività di polizia finanziaria finalizzate alla verifica del corretto utilizzo dei fondi erogati da enti pubblici nonchè sulla base del protocollo d’intesa stipulato tra il Comando Regionale Umbria della Guardia di Finanza, la Regione Umbria e gli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili dell’Umbria, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia hanno eseguito una verifica fiscale nei confronti di una società perugina risultata beneficiaria di finanziamenti erogati dalla Regione, rilevando un articolato sistema di frode.

In particolare, la società ha percepito i contributi per la realizzazione di un progetto innovativo teso alla creazione di un nuovo laboratorio specializzato altamente qualificato, per la misurazione dell’intensità acustica ambientale e architettonica e delle vibrazioni strutturali e su edifici: il progetto prevedeva quindi sia l’acquisto di un laboratorio sia di attrezzature.  

Il bando pubblico stabiliva un programma di investimenti non inferiore a € 100.000 per poter accedere al contributo, consistente in un rimborso di circa il 40% della spesa rendicontata; la società, per poter ottenere il finanziamento pubblico e raggiungere la spesa minima prevista, ha acquistato i beni da un’impresa collegata e riconducibile agli stessi soci – in violazione alle prescrizioni del bando – ad un prezzo notevolmente sovrafatturato.

La società aveva infatti presentato alla Regione una domanda di ammissione, preventivando una spesa di € 162.000;  in realtà, nella fase attuativa, il costo effettivo per la realizzazione del laboratorio sarebbe risultato inferiore alla soglia minima se il valore dei beni non fosse stato artificiosamente aumentato con notevoli ed ingiustificati ricarichi tra il 140% al 900%.

Taluni di questi beni, peraltro, non erano nuovi, come invece imponeva il bando, ma già presenti in azienda e come tali non finanziabili. I locali adibiti a laboratorio, oggetto di finanziamento, invece sono stati distratti dalla loro finalità in quanto sub-locati ad un’altra società.
L’attività ispettiva si è conclusa con il recupero del contributo illecitamente percepito per un importo pari ad € 52.165,00, la denuncia all’Autorità Giudiziaria di n. 3 persone per truffa aggravata ai danni dello Stato, false dichiarazioni a Pubblico ufficiale (artt. 640-bis e 483 del codice penale), nonché per utilizzo ed emissione di fatture false (artt. 8 e 2 del D.Lgs. 74/2000).

Inoltre, la società controllata è stata segnalata ai fini della responsabilità amministrativa in capo agli Enti per fatti derivanti da reato, di cui al Decreto Legislativo nr. 231/2001. Contestualmente è stata avanzata la  proposta alla competente Autorità Giudiziaria del sequestro preventivo per equivalente al fine di garantire allo Stato il recupero delle contribuzioni pubbliche e la comunicazione alla Corte dei Conti competente, per la valutazione della sussistenza di ipotesi di danno erariale.

 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fondi pubblici, frode da oltre 50mila euro: nei guai società perugina

PerugiaToday è in caricamento