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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Assolto a Torino il principe di Montenegro, ma in Umbria è accusato di truffa per soggiorni gratis e "cavalierati" inesistenti

Proseguono le vicende giudiziarie di Stefano Ceternic, ma questa volta sembrebbe che sia realmente discendente di una famiglia che regnò in Montenegro e Macedonia tra il 1600 e 1700

Il principe Stefano Ceternic è “realmente” di sangue blu. Lo ha accertato il Tribunale di Torino che lo ha assolto dalle accuse di per falso materiale, contraffazione di documenti, pubblici sigilli e impronte “perché il fatto non sussiste”. Per il giudice Rosanna La Rosa Cernetic non è un contraffattore, ma un uomo guidato da “semplice vanteria”, i cui “comportamenti di ostentazione” sono “privi di rilievo penale, sebbene certamente idonei a indurre in errore le persone con cui l’imputato si relaziona”.

Ceternic era stato segnalato alle autorità di Montenegro in quanto circolava con un’auto con i simboli di quello Stato. A un esame del materiale storiografico e araldico prodotto dalla difesa, Cernetic è risultato effettivamente discendente di una famiglia che regnò in Montenegro e Macedonia tra il 1600 e 1700, il cui stemma è molto simile a quello del Montenegro. Il giudice inoltre ha confermato che l’imputato non si è mai presentato facendo riferimento alla “repubblica”, ma solo alla Casa Reale di quello Stato.

Le cronache giudiziarie raccontano di processi a Bari, a Siena, a Trento e anche a Perugia e Montefalco. Secondo il ministero degli Esteri Stefan Ceternic non è, sicuramente, “S. A. Reale Imperiale Ceternic Prìncipe Stefan di Montenegro e Macedonia”, come si può leggere nel suo sito internet e nei profili social e anche il suo segretario non sarebbe quello che vogliono far apparire: per la Procura di Perugia sarebbero un triestino di 57 anni e un avellinese di 63, con precedenti per truffa.

Per la Procura di Perugia avrebbero “messo in piedi una macchinosa pantomima che, attraverso siti internet e profili Facebook, e con l’accreditamento della falsa autorità nobiliare a istituzioni di tutt’Italia – spiegano i carabinieri in una nota – imprenditori, vescovi, personaggi dello spettacolo e della cultura, attratti dalla concessione di cavalierati, passaporti diplomatici e presunti scambi economico-culturali con il Montenegro, mirano a ottenere soggiorni e beni materiali in località di prestigio italiane ed europee”.

Nell’estate del 2018, infatti, il principe aveva avuto accesso in Comune per conferire “l’alta onorificenza di Dama dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio” all’attrice e soprano Lu ye, mentre nelle sue tappe a Montefalco avrebbe ottenuto vari benefici. In particolare vino da far conoscere nel mondo dei reali d’Europa e incassare ricchi ordinativi. Cosa che non è avvenuta, con conseguente denuncia di truffa. A cui si abbina l’ospitalità offerta da alcuni albergatori locali. E ancora escursioni a cavallo, appuntamenti per parlare di franchising e commercio di prodotti locali, fino alla concessione di attestati in qualità di fornitori ufficiali della Casa reale.

Una sentenza non fa precedente, ma peserà sui procedimenti in giro per l’Italia?

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