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Cronaca

Processo all'avvocato Federici: "E' riuscita ad ingannarmi intascando 17mila euro"

A presentarsi di fronte al giudice Restivo l'avvocato Rosa Federici accusata questa volta di truffa, millantato credito del patrocinatore e patrocinio infedele

Anno 2013. Niente di tutto quello che scoppierà in seguito è ancora comparso in superficie. L'avvocato Rosa Federici è per la città di Foligno una stimata professionista. Affidare una causa a lei significa per tutti metterla nelle mani di un legale ineccepibile e pronto alla vittoria. Basterà un solo anno perché la sua figura si sgretoli inesorabilmente. Denuncia dopo denuncia il nome del noto avvocato, residente nella città della Quintana ma originaria di Foggia, verrà affiancato a una serie di truffe, perpetrate nei confronti dei suoi assistiti. Almeno questo quanto emerge dai processi aperti a suo carico. Ma si sa, perché una persona possa realmente ritenersi colpevole per i reati a lei addebitati è prima necessario passare per le aule di giustizia, affinché la reale versione dei fatti possa essere narrata.

Oggi, 23 luglio, si è tenuto nel Palazzo di Giustizia uno dei processi aperti a suo carico. Rosa Federici si è recata nell'aula C del tribunale di Perugia. Le accuse questa volta sono di truffa, millantato credito del patrocinatore e patrocinio infedele. A trascinarla in aula una donna che avrebbe chiesto al legale Federici di rappresentarla in un ricorso al Consiglio di Stato. La storia è semplice, ciò che appare più complicato è la serie di persone tirate in ballo. Tra cui un Consigliere di Stato che con l'imputata pare non abbia nulla da spartire. Al punto tale che il giudice in questione si sarebbe costituito parte lesa nel procedimento tramite l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi.

Ma partiamo dall'inizio. È il febbraio del 2013, quando, la donna, insieme al figlio, entra in contatto con l'avvocato Federici, perché assidua cliente del ristorante di loro proprietà. Da qui nasce un rapporto di fiducia che si concretizza con il conferimento dell'incarico all'imputata. Tutto sembra procedere per il meglio. Il legale Federici è certa di vincere la causa. Ma dalla certezza assoluta si passa a un'insospettabile dubbio. Per il legale è necessario versare 15mila euro nelle tasche del Consigliere di Stato (giudice) affinché il ricorso non venga rigettato e quindi possa essere decretata la vittoria. Almeno questo quanto affermato in aula da una delle vittime. In poche parole mettere in piedi una vera e propria corruzione, se non fosse che, a detta del Consigliere di Stato e degli stessi imputati, quei soldi in realtà se li sarebbe intascati il noto legale.

La storia però non finisce qui. Rosa Federici si reca al Consiglio di Stato per discutere il ricorso. Fatalità vuole che l'avvocato “vieti loro”, come raccontato sempre da una delle vittime, di salire in aula e assistere all'udienza. Passano alcune decide di minuti e Rosa Federici scende le scale dell'androne principale con la faccia trionfante, affermando: “Abbiamo vinto il ricorso”. Le vittime tornano a casa ignare della realtà. Decidono nei giorni seguenti di effettuare una verifiche per mano di un parente avvocato. Ed è solo a quel punto che la verità viene a galla: il ricorso non è mai stato vinto. “Mi sono recato nello studio dell'avvocato – racconta il testimone al giudice Restivo - e ho chiesto spiegazione. Lei mi ha detto che si trattava di un refuso del sito internet. Ho preteso quindi – continua il testimone – di andare insieme al Consiglio di Stato e di vedere con i miei occhi l'esito del ricorso. Una volta giunta là (alcuni giorni dopo, ndr.) ho scoperto che era stato effettivamente rigettato e che ormai non c'era più nulla da fare (nel processo amministrativo il Consiglio di Stato è l'ultimo grado di giudizio, ndr. )”.

Iniziano giorni di tensione in cui madre e figlio chiedono la restituzione delle somme versate (oltre 17mila euro), ma di quei soldi non rivedranno neanche l'ombra, di tutta risposta riceveranno una diffida dall'avvocato Rosa Federici. Il contenuto, letto in aula, è il seguente: “Diffido la signora ad avvicinarsi al mio studio di via Palermo, comunicandole che d'ora in avanti ogni nostro rapporto è cessato”. Il 29 ottobre si terrà la prossima udienza. La discussione è attesa per il 18 novembre. La donna vittima della truffa è difesa dall'avvocato Franco Libori.

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