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Cronaca Magione / località Sant'Arcangelo

Trasimeno, è boom di abbandoni di tartarughe nei fiumi: 700 al centro ittiogenico

Le tartarughine d'acqua abbandonate nei fiumi e laghetti dai proprietari appena crescono di dimensioni ragguardevoli. Da Milano a Napoli c'è un invio costante al centro di Sant'Arcangelo. Creano problemi alla fauna acquatica autoctona

Un “esercito” di tartarughe abbandonate. In soli tre anni si sono centuplicate. Dalle poche decine di esemplari che si contavano nel 2010, si è passati a oltre 700, ed oggi il Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo di Magione, di proprietà della Provincia di Perugia, si conferma quanto mai il ricovero per eccellenza di tartarughe acquatiche sul panorama nazionale. Questi rettili sembrano aver trovato il loro luogo ideale per sopravvivere e riprodursi, dopo che i proprietari, per le ragioni più disparate, scelgono di liberarsene. Al centro della Provincia arrivano richieste da tutta italia: da Milano a Napoli per prendersi cura delle tartarughe che stanno invadendo i corsi d'acqua con gravi rischi per l'ecosistema e la fauna locale.

Il fenomeno dell’abbandono, argomento ricorrente nelle cronache estive, non interessa infatti solo i tradizionali animali da compagnia, ma sempre più si allarga fino a comprendere i rettili come le tartarughe che, nel crescere di dimensioni, diventano di difficile gestione all’interno degli ambienti domestici. Al Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo, (da pochi anni anche fattoria didattica e appunto ricovero per tartarughe esotiche), afferiscono ormai esemplari da tutta Italia: da Milano a Palermo per intenderci.

 “La Provincia di Perugia – dichiara il presidente Marco Vinicio Guasticchi –, da sempre attenta anche alla difesa dei diritti degli animali, cerca di svolgere questo compito a 360 gradi. Accanto alle campagne per combattere i fenomeni di randagismo, si è voluto dare una risposta concreta anche al problema dell’abbandono degli animali esotici, serio pericolo per la conservazione dell’ecosistema. Quello di Sant’Arcangelo, con personale qualificato e altamente competente, è un centro di eccellenza a livello nazionale, che si inserisce nel contesto di un’area, quella del lago Trasimeno, verso cui la Provincia indirizza molti dei suoi sforzi”. 

A rivolgersi alla struttura, diretta dall’ittiologo Mauro Natali, sono privati cittadini che, conservando l’amore per questi animali, ma impossibilitati a tenerli con sé, sanno di poter contare sulla professionalità del personale che sa bene come custodirli. Ma spesso sono anche le amministrazioni pubbliche di tutta Italia a inviare esemplari rinvenuti durante le bonifiche degli invasi pubblici, dove le tartarughe finiscono per mano di proprietari senza scrupoli. “La detenzione di giovani tartarughe acquatiche di varie specie come animali da compagnia è pratica comune – riferisce Natali - ma spesso l’acquirente non si rende conto della taglia che raggiungono in pochi anni, se allevate correttamente, e dei problemi che ne possono derivare”. E’ purtroppo quindi frequente l’abbandono, ma trattandosi di specie esotiche questo può essere causa di danni ambientali. Nel caso di Trachemys scripta elegans, conosciuta anche come “tartaruga dalle orecchie rosse”, ci troviamo inoltre di fronte a una specie protetta, di cui non è più consentito il libero commercio. 

L’impegno della Provincia di Perugia, attraverso il personale del Centro ittiogenico, nel prelevare e custodire gli esemplari abbandonati, va avanti da alcuni anni e viene svolto in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato (Ufficio CITES). “Da una attività iniziata quasi casualmente – racconta ancora Natali - dopo il rinvenimento di alcune tartarughe nel lago, ci si è resi conto che con un minimo impegno, si poteva rendere un servizio importante, perché oltre alla tutela si garantiva la salvaguardia degli ambienti naturali dalla sempre negativa introduzione di specie esotiche”. Le tartarughe del Centro vivono in grandi vasche all’aperto nei mesi estivi ed in inverno, le più piccole, in appositi spazi all’interno di una camera coibentata dove, grazie ad un impianto di filtraggio e riciclaggio dell’acqua e ad apposite lampade a raggi infrarossi per il riscaldamento, trascorrono i mesi più freddi. Sono inoltre soggette a controlli sanitari al fine di  curare quelle che inevitabilmente si ammalano o arrivano al Centro con traumi di vario tipo.

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