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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Arresti e sequestri di droga, sgominato il clan di nigeriani che controllavo il traffico di stupefacenti in cinque regioni

L'operazione ha coinvolto anche l'Umbria, dove si conferma il ruolo dei nigeriani nel controllo dello spaccio e della prostituzione

Un anno fa la Procura umbra, diretta da Raffaele Cantone, in una nota sottolineava il “ruolo predominante dei nigeriani nel traffico di eroina”.

I nigeriani hanno conquistato potere a Perugia in particolare riuscendo ad acquisire quasi il monopolio del mercato dell'eroina (sottratto ai clan tunisini ormai ridotti a comprimari dello spaccio o utilizzati come semplici spacciatori), mantenendo il dominio sull'erba e gestendo il business della prostituzione di strada a basso costo: 30 euro per un rapporto in auto e 50 in appartamento. Circa un centinaio le ragazze che ogni anno vengono gestite nel perugino e in provincia. Ma tornando alla droga: la mafia nigeriana, come parte di quella albanese, gestisce in proprio la filiera della droga che arriva dalla casa madre tramite corrieri o dai carichi del Nord Europa.

All’alba di oggi è scattato un blitz che ha portato all’esecuzione di 22 misure cautelari in carcere, 7 arrestate in flagranza di reato, e sequestro di due chili di eroina e cocaina. Nelle prime ore di mercoledì, ha avuto corso una vasta operazione antidroga dei carabinieri di Vicenza che ha interessato le regioni di Lombardia, Toscana, Umbria, Emilia Romagna e Veneto contro un'organizzazione composta da 22 cittadini nigeriani accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L'indagine ha consentito di smantellare la principale organizzazione criminale presente a Vicenza e dedica all'approvvigionamento e fornitura di cocaina ed eroina poi smerciate in varie piazze del capoluogo berico e della provincia.

Sequestrati 430 grammi di cocaina, 1,6 chilogrammi di eroina e circa 50mila euro in contanti ritenuti provento dell'attività delittuosa.

Sono stati 320 i militari impegnati tra Veneto, Lombardia, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna. Un’indagine nata dal sequestro di una decina di ovuli di cocaina durante un controllo. Tra i vari indizi recuperati dai Carabinieri un quadernetto. La banda era suddivisa in due: c’era chi si occupava di reperire la droga e chi invece aveva il compito di piazzarla. Fondamentale per il buon esito dell’operazione, l’uso delle intercettazioni.

A Perugia un processo ancora in piedi racconta di un traffico di droga che partiva dall’Africa, per raggiungere la Campania e poi l’Umbria, ma che rischia di finire in un nulla di fatto a causa della prescrizione e della irreperibilità di alcuni degli imputati.

I sette sono accusati di avere trafficato, acquistato e ceduto droga, cocaina ed eroina in particolare, rifornendo diversi spacciatori di piazza a Perugia. Secondo la Procura di Perugia ogni consegna era per bustine di almeno 200 grammi di sostanza stupefacente, con prezzi al mercato di 2.500 dollari o delle vecchie lire, con consegne pari a 850mila euro, per almeno una cinquantina di episodi di spaccio verificati.

Un altro caso riguarda i 14 nigeriani che avevano messo in piedi e gestivano con grande accuratezza un vasto giro di droga con basi in Umbria, Emilia Romagna, Lazio e Campania. Gli africani coinvolti non avevano mai lavorato in Italia e la loro unica fonte di reddito era lo spaccio di droga, eroina nello specifico. Una rete complessa, con carichi di stupefacenti che provenivano da città come Padova, Modena, Reggio Emilia o Napoli, gestita unicamente da nigeriani, come attesta il pubblico ministero Manuela Comodi, che si è occupata di dirigere le indagini: “Un traffico di sostanze stupefacenti gestito esclusivamente da nigeriani dimoranti a Perugia che si riforniscono presso connazionali i quali, a loro volta, gestiscono collettori ubicati in diverse province d’Italia”.

Un controllo del traffico che passa dalla conquista delle piazze di spaccio, attraverso l’apertura di pub etnici (molti dei quali chiusi a Fontivegge a più riprese) e la tratta di ragazze, costrette a prostiturisi con la magia nera. Tecnicamente non si può parlare di “mafia”, ma di bande criminali, perché mancherebbero il radicamento sul territorio e la capacità di intimidazione, che è solo interna al gruppo. La realtà è che i nigeriani controllano il traffico di droga, spacciano in casa, gestiscono la prostituzione e i negozi etnici, veri paraventi per giustificare redditi illeciti.

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