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Cronaca

L'antica tradizione perugina della "rosa di Santa Rita" si rinnova al Borgo d'Oro

Si rinnova al Borgo d’Oro l’antica tradizione perugina della “rosa di Santa Rita”. È un classico, che data dall’antico, l’abitudine di recarsi presso la chiesa di S. Agostino (Rita era agostiniana), in piazza Lupattelli, per le liturgie in onore della “Santa degli impossibili”. Non è un caso che, dentro la chiesa, entrando sulla destra, si trovi la Cappella intestata alla Santa da Cascia (anzi: da Roccaporena). Un quadro racconta le api, le rose e la spina (segni di altrettanti miracoli), poi diventati gli attributi iconografici della Santa.

Le occasioni di incontro e di preghiera si dipanano a far capo dalle prime ore del mattino (messa alle 6:30) per snodarsi nel pomeriggio (16:30 messa per i malati) e chiusura (18:30) con messa solenne, celebrata da Padre Giulio Michelini.

Tanti i perugini che omaggiano mogli e fidanzate con la classica rosa come segno d’amore e di riconoscenza per la pazienza dimostrata dall’altra metà nel sopportare gli sgarbi o le colpevoli omissioni di atti d’affetto (è noto che la Santa sopportò stoicamente le violenze del marito). Con una/più rose, come attestato di amore e fedeltà, si ricompra la stima anche delle femmine più riottose.

C’è un’organizzazione solida di pie donne che s’impegnano nella raccolta e nella distribuzione di rose a richiesta. Il marito più “colpevole” ne compra una dozzina al prezzo (supereconomico) di poco più di dieci euro. Torna a casa e appiana ogni contrasto. Il cronista parla per esperienza: avendo anche una paziente consorte di nome Rita.

Nella vasta piazza, un tempo ingombra di bancarelle che vendevano croccanti, fischietti e noccioline, oggi un solo camion-banco che vende di tutto. “Ma gli affari latitano”, dice il titolare. “Abbiamo pagato 20 euro per l’occupazione di suolo pubblico, più il permesso di ingresso. Alla fine della serata, i guadagni saranno ben magri”. Intanto, alla messa delle 9:30 c’è la scuola delle Stimmatine (in cima a coso Garibaldi) con tanti ragazzini che, a un cenno del celebrante, agitano mazzi di rose rosse. L’omelia è, naturalmente, adatta alla loro età. Il sacerdote dice: “Occorre chiedere molto a se stessi e a Santa Rita, perché ci conceda di essere migliori, facendo anche i gesti e le azioni che, qualche volta, sembrano impossibili: amarsi, rispettarsi, accettarsi, accogliere, sostenere”.

Un invito ai perugini: affrettarsi perché le rose, a fine mattinata, cominciavano a scarseggiare.

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