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Cronaca Norcia

In 5mila senza casa, in 500 in albergo, gli altri dicono no: "Aiutateci a resistere sulla nostra montagna"

L'appello a lasciare Norcia e Preci per andare negli alberghi del Trasimeno è stato solo in parte fatto proprio dagli sfollati. La maggior parte si rifiuta di andarsene anche per pochi giorni. La Protezione Civile deve modificare la strategia: ecco come

Devastazione. E’ questa la sensazione di chi si è trovato a vivere le  conseguenze di uno dei terremoti più potenti d’Italia. Magnitudo 6.5, quello registrato ieri dai sismologi dell’Ingv che ha fatto tremare ancora una volta il Centro-Italia, ma questa volta più forte. Con più violenza, rispetto al sisma del 24 agosto. Preci, Norcia, Castelluccio, l’incantevole Valnerina, sono stati divorati e annientati dalla ferocia del terremoto: ad essere senza una casa, almeno fin quando i sopralluoghi non né confermeranno l’agibilità, sono in 5mila, da ieri assistiti dalla macchina della protezione civile e dalla Regione. Un dramma senza fine, soprattutto per coloro che solo due mesi fa, sono dovuti uscire dalle loro case. 

Di quei cinquemila, solo 500 hanno deciso di disporre dell’accoglienza di alberghi e strutture ricettive della Valnerina, a fronte di 1.500 pronti ad accogliere gli sfollati. Altri se ne sono andati altrove, raggiungendo parenti e familiari. Tanto l’attaccamento a quella montagna che spadroneggia, impavida, anche davanti a questa terribile sfida per i suoi abitanti. E per tutta l’Umbria. “La gente continua ad avere paura e dorme in macchina, spiega Filippo Battoni della protezione civile. Il nostro scopo è non voler montare tendopoli, visto il freddo di questo periodo”. Ma le richieste della popolazione vanno in direzione ostinata e opposta. 

Verranno comunque allestite tensostrutture per ospitare chi da lì, proprio non può o non se ne vuole andare, tra gli abitanti incombe la paura di spopolamento di quei luoghi, c’è chi ha una casa, un lavoro, i propri ricordi. Tutta la vita, ora sepolta tra cumuli di macerie e polvere.

Ora, i molti che decideranno di rimanere, dovranno nuovamente affrontare la vita dentro le tende, in prefabbricati o moduli abitativi o cercando case sfitte e agibili in centri meno martoriati della Valnerina. Un sacrificio per di rimanere accanto ai propri luoghi, a quel fazzoletto di terra che dopo la catastrofe, sembra deserta. “Alcuni posti letto potrebbero già essere allestiti nella zona Tennis, dove già c’era stato un campo di accoglienza a seguito del sisma del 24 agosto”. C'è anche chi ha contestato lo smantellamento delle tendopoli.  

Intanto ieri sono partiti autobus da Norcia, diretti verso Corciano, Magione, le zone del Trasimeno, che hanno aperto le loro porte agli sfollati. Solo Norcia conta 2mila, forse 3mila sfollati, e dove andranno? “Molti di loro prenderanno autonoma sistemazione-continua Battoni. Mentre per gli allevatori che non possono lasciare la terra, sono stati messi a disposizione, a partire dal terremoto del 24 agosto, soluzioni abitative temporanee. In tutto 14”.

In Umbria la situazione resta difficilissima. “Siamo ancora impegnati nella massima emergenza per continuare ad assistere la popolazione e garantire loro tutte le necessità minime per quanti hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni. Purtroppo ora siamo in presenza di numeri che non hanno più nulla a che vedere con il sisma del 24 agosto. Ora invece dobbiamo assistere oltre 5000 persone".

È quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che stamattina alle 8 ha tenuto un incontro operativo a Cascia, con il sindaco Gino Emili, insieme al capo del Dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario per la Ricostruzione Vasco Errani. Successivamente la presidente Marini, insieme a Curcio ed Errani, si è recata a Preci per un analogo incontro con il sindaco Pietro Bellini e poi raggiungerà Norcia. "Già dalle prime ore di questa mattina – ha detto la presidente - abbiamo riavviato i confronti con i sindaci di Norcia, Cascia, Preci e gli altri Comuni interessati al sisma per una più attenta verifica dei cittadini da assistere".

"Ferma restando l'opzione volontaria da parte dei cittadini di scegliere, per l'immediato, la sistemazione in alberghi o altre strutture ricettive come hanno già fatto centinaia di persone – ha rilevato - la Regione Umbria, anche raccogliendo le istanze degli stessi cittadini, attraverso la Protezione civile nazionale  e regionale, è fortemente impegnata per poter garantire già dalle prossime ore anche l'allestimento di tende collettive dove poter trascorrere le prossime notti in condizioni, seppur precarie, di sicurezza".

Adesso si dovrà pensare a ricostruire, a rimettere in piedi una piccola ma preziosa parte dell’Umbria, che non c’è più. Chi rimane, sfidando il freddo, le tende, la solitudine, lo fa per non mollare. Per incitare a non scordarsi di quei luoghi, delle sue bellezze naturali e artistiche. Della sua storia, arte, tradizione, che rappresenta anche tutti noi. 

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