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Cronaca

Nostra Inchiesta - Quanto tempo serve per ricostruire in Umbria? Dalle case ai borghi fino ai santuari perduti

Le analisi, le previsioni, le promesse dei politici non sono sufficienti per dare certezze alla popolazione. Ma quasi venti anni fa abbiamo subito un terremoto identico ( 6.1 di magnitudo) da cui attingere dati su ricostruzione leggera e pesante, su durata container e casette di legno, su rientro dei cittadini. Ce la faremo anche stavolta!!! Ma ecco in quanto potremmo farcela...

Quando la terra trema continuamente e interi borghi si sbriciolano come biscotti non è facile avere fiducia sul futuro. Crollano anche le certezze. Non aiutano certo geologi e sismologi che non possono prevenire ma soltanto studiare dopo i movimenti. I sindaci si occupano dell'emergenza e si strappano di nascosto i capelli. 

Il Governo promette ma stanzia a step sia i primi aiuti che la ricostruzione che verrà. I cittadini sono doppiamente impotenti a causa sia del tremore che arriva a tradimento dal suolo che dalla burocrazia che blocca persino l'immissioni di baracche o casette di legno (pagate di tasca propria). E la domanda è sempre la stessa: ce la faremo? 

Per ritrovare un po' di certezze e di serenità allora è necessario aggrapparsi a dati reali, certi che arrivano dall'Umbria - la cosa nostra e dei terremoti purtroppo -, arrivano dai terremoti che abbiamo subito e dalle case e monumenti che poi sono stati ricostruiti.  

E' necessario tornare a quel maledetto 26 settembre del 1997. I luoghi del sisma sono molti simili a quelli attuali ma le persone coinvolte furono addirittura molte di più: attualmente, in Umbria, gli sfollati sono intorno alle 5mila allora furono ben 22.604 (da Gualdo Tadino fino alla Valnerina). Nessuno fu portato via dal proprio territorio ma arrivarono (ed era settembre) tende e roulotte, poi i container e casette di legno. La magnitudo dell'evento fu leggermente più bassa: picco di 6.1 contro il 6.5 attuale. Uno sciame sismico identico: andato avanti per mesi. 

Tantissime affinità dunque tra il 30 ottobre del 2016 e il 26 settembre del 1997. Quindi l'utilizzo dei dati su tempi di ricostruzione delle case e dei borghi dell'Osservatorio sulla Ricostruzione della Regione Umbria del terremoto di Gualdo-Foligno-Nocera sono preziosi per capire a cosa si va incontro. 

Dopo tre anni dal sisma, secondo i dati, era stato ricostruito il 60 per cento delle case parzialmente inagibili (ferite leggere), il 90 per cento dopo 5 anni, consentendo così il rietro a Gualdo Tadino, Foligno e altri centri minori dell'epicento di far rientrare 2-3mila famiglie. Insomma 5 anni per le prime case che tuttosommato avevano retto all'urto delle scosse. 

Ma per capire bene quanti sono i tempi reali di una ricostruzione di massa bisogna andare ai dati del 2006, a 10 anni dell'evento. Secondo i dati forniti dalla Regione Umbria il 90 per cento delle 22.604 persone evacuate è rientrato nelle proprie abitazioni.  A dieci anni dal terremoto solo il 5,5 per cento abitava ancora in alloggi alternativi, il 4,4 in autonoma sistemazione (affitti). E solo 36 le persone che, per loro scelta, sono ancora nei container. I campi container iniziarono ad essere smatellati gradualmente dal 2004. 

E ancora leggendo i dati della Ricostruzione del 1997: sono stati ultimati 9.896 interventi, pari all'86 per cento degli 11.494 finanziati con il programma 1998-2001, mentre per il quello 2002-2008 si sono conclusi il 44 per cento degli interventi programmati.  La ricostruzione pesante era avviata al 90 per cento, mentre quella integrata era all'87 per cento. Complessivamente sono 10.835 gli interventi che erano in corso o finiti, pari al 95 percento del totale. Per quanto riguarda la percentuale di rientro nelle abitazioni riparate nei comuni più colpiti si registra una punta massima del 98 per cento nel comune di Gualdo Tadino. Il dato piu' basso, con il 78 per cento, riguarda invece il comune di Nocera Umbra. 

Ultimo dato: Secondo i dati dell'Osservatorio sulla Ricostruzione della Regione Umbria, al dicembre 2014, risultava rientrata nelle case lesionate dal sisma il 97% della popolazione colpita dai danni.  Le conclusioni sono facili tenendo conto di un terremoto che ha coinvolto 20mila sfollati a fronte di uno che attualmente ne conta 5mila: in 5 anni è terminata la ricostruzione leggera, in 10 anni il 95 per cento delle persone viveva nelle case e le casette di legno e i container erano ormai quasi tutti portati via dal territorio. 

Alla fine, anche in quella tragica situazione, l'Umbria risorse dal morso del drago-terremoto. E risorgerà a fatica anche questa volta. E si spera che con le nuove tecnologie si possa rosicchiare ai tempi della ricostruzione anche qualche mese rispetto al passato. Molto dipenderà dalle istituzioni e molto dipenderà da tutta l'Umbria che dovrà essere solidale con i nuovi paesi martoriati dal sisma. 

La nota dolente - per l'economia, l'identità e il turismo - sta nella ricostruzione degli importanti monumenti storici-artistici (la maggior parte legati alla Cristianità) di Norcia, Cascia e Preci. Ad Assisi nel 1997 si frantumò la volta della Basilica con i preziosi dipinti di Giotto. In tre anni venne riaperta in parte al pubblico; in nove fu in gran parte tutto ricostruito.

Ma questo paragone non regge se prendiamo le chiese: Basilica di San Benedetto, Sant'Eutizio, Sant'Andrea e San Salvatore che sono praticamente distrutte a livello strutturale oltre che i preziosi affeschi e statue. I tempi saranno lunghi. Un esempio può arriva dalla ricostruzione del Fruili dopo il sisma del 1974: il Duomo di Venzone fu ricostruito, utilizzando le stesse pietre, in 19 anni. E viene considerato ancora oggi un miracolo.  

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