Operaio umbro ucciso dal rivale in amore: l'Appello conferma dura condanna all'assassino
I giudici della corte d'assise d'Appello di Perugia confermano i trent'anni di reclusione per Andriy Hallan, accusato di aver ucciso l'operaio umbro Sandro Bellini nel maggio del 2016
Trent'anni di carcere confermati in secondo grado di giudizio per Handriy Hassan, il 44enne ucraino accusato dell'omicidio di Sandro Bellini, l'operaio ternano di 53 anni ritrovato senza vita il 29 maggio 2016 nei pressi del fiume Velino, dopo giorni di ricerche. La vittima era infatti scomparsa una decina di giorni prima; la sua auto era stata ritrovata bruciata in una radura boschiva a Palombara di Marmore.
Le indagini portarono all'arresto del presunto responsabile e ben presto il quadro fu delineato: un movente passionale, quello che avrebbe spinto l'assassino a uccidere Bellini, "colpevole" di frequentare l'ex compagna dell'ucraino. I giudici della corte d'assise d'Appello di Perugia, dopo qualche ora di camera di consiglio, hanno confermato la sentenza di primo grado (con la formula del rito abbreviato) emessa lo scorso febbraio dal giudice Massimo Zanetti del tribunale di Terni. Cade l'accusa di premeditazione, ma restano le aggravanti dei futili motivi e nessuna attenuante generica concessa all'imputato. I legali - Francesco Mattiangeli e Bruno Capaldini, faranno ricorso per Cassazione; intanto si attende il deposito delle motivazioni della sentenza. La sorella della vittima è parte civile con l'avvocato Roberto Chiaranti.