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Cronaca Ponte Felcino / Piazza Bolli

Tentato suicidio a Ponte Felcino, 43enne si imbottisce di farmaci e la polizia lo salva

Un uomo di 43 anni ha tentato il suicidio a Ponte Felcino. Il 43enne ha chiamato la polizia riferendo che si voleva ammazzare, ma la prontezza degli agenti ha evitato il peggio

Tragedia sfiorata venerdì sera, poco prima delle ore 23, quando al 113 giungeva una telefonata da parte di un uomo che riferiva di essere a Ponte Felcino dentro un’autovettura FIAT Punto di colore grigio e che si voleva ammazzare. Dopo di che interrompeva la comunicazione.

A quel punto, l’operatore della Sala Operativa nell’immediatezza provava a rintracciare e contattare l’utenza con esito infruttuoso ed intuendo che potesse verosimilmente trattarsi dell’utenza di una cabina telefonica, verificava l’elenco telematico e ne individuava l’ubicazione in via Maniconi, indirizzando le Volanti sul posto.

La Volante , giunta in via Maniconi entrava in piazza Bolli, dove subito notava una FIAT Punto di colore grigio con il motore e le luci accese. Gli agenti potevano subito notare che seduto sul sedile anteriore sinistro vi era un uomo, con gli occhi chiusi e semi accasciato. Tramite la Sala Operativa si sollecitava l’intervento del 118, già precedentemente allertato.

Una volta aperta la vettura gli agenti notavano che l’uomo nella mano sinistra stringeva una scatola ed  un blister di due noti farmaci antipsicotici privi delle relative compresse; contattavano quindi direttamente il 118 per rappresentare dettagliatamente la situazione e per ricevere indicazioni in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.

Disperatamente si cercava di far parlare l’uomo per evitare che si addormentasse e perdesse i sensi ed in un primo momento appariva collaborativo e pur parlando e respirando faticosamente, pronunciava qualche parola fino a che non si abbandonava ad uno stato di semi incoscienza.

Per fortuna, poco dopo giungeva un’ambulanza con medico a bordo, che praticava i primi soccorsi e lo accompagnava al pronto soccorso, ove, dopo le prime cure, veniva ricoverato.

Nel frattempo la Sala Operativa concludeva gli accertamenti anagrafici dai quali si risaliva alla sua identità, e alla residenza della sua famiglia , in zona Villa Pitignano ove un altro equipaggio si portava per notiziare i familiari. Mentre gli agenti percorrevano strada di Villa Pitignano, venivano fermati da due donne che a piedi si dirigevano verso Ponte Felcino.

Una delle due riferiva  che in serata il marito era uscito di casa, come faceva usualmente, ed uscendo le aveva detto di averle scritto una lettera: la donna chiedeva dove fosse la lettera e l’uomo rispondeva che lo avrebbe saputo più tardi. Dopo un pò la donna veniva contattata telefonicamente dal marito, il quale le riferiva che la lettera era all’interno del cassetto di un mobile del corridoio; trovata la lettera, apprendeva che il marito aveva scritto di voler togliersi la vita spiegandole anche i motivi. Pertanto era scesa in strada alla ricerca del marito per soccorrerlo.



 

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