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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Francesco Morlacchi

Dalla facciata esterna ai camerini: il Teatro Morlacchi "cade a pezzi" e rischia grosso

La crisi c'è, è innegabile. Ma è altrettanto innegabile il fatto che il Morlacchi ha bisogno di interventi di manutenzione straordinaria e di restauro conservativo. Altrimenti diverrà inutilizzabile

Il teatro Morlacchi è negletto, pieno di acciacchi, soggetto a un inarrestabile degrado. Perfino la facciata esterna presenta pezzi di intonaco staccati e colore improbabile. Urge procedere a un corretto ripristino di alcuni servizi di base. Innanzi tutto, quello che gli spettatori non vedono: camerini, arredi, bagni degli artisti e tutto quanto sta dietro le quinte.

I camerini e i servizi sono impresentabili: porte scrostate, elementi vetusti, arredi di bassissima qualità. Le sedie sembrano uscite da un magazzino di robivecchie, i tavoli sono da terzo mondo. Né molto meglio vanno le zone destinate al pubblico.

Se è vero che il decoro di un luogo si vede dai bagni, allora il Morlacchi è da rottamare: tubazioni vetuste e gocciolanti, lavandini con rubinetteria ossidata, pissoir che hanno molto da invidiare a quello di Duchamp, nuovo e lindo. Alcuni sono pudicamente coperti da un telo in plastica, perché inutilizzabili. Il bagno delle signore al piano terra, ad esempio, oltre che poco dignitoso, è completamente inadeguato in termini di ricettibilità.  Tanto che nell’intervallo si formano code che non si riesce a smaltire entro la ripresa dello spettacolo.

Coloro che conoscono un poco meglio il teatro usufruiscono del bagno del foyer, prioritariamente destinato all’handicap e in assoluto il migliore, perché di più recente realizzazione. Gli uomini, talvolta, fanno uso di quello degli accademici, sulla sinistra, pur se ridotto all’ecce homo. Perfino il sipario storico (quello col ritorno di Biordo Michelotti), usato in occasioni speciali, è da restaurare.

Dice il direttore del teatro, Aldo Lorenzi: “Spesso segnaliamo al Comune le richieste, ma è un’operazione che non dà frutto. Noi ci limitiamo a tenere in ordine ed efficienza quanto serve per gli spettacoli: abbiamo acquistato nuovi motori di palcoscenico e teli, qualche minimo arredo, ma non possiamo andare oltre. Sia per una questione di fondi, che per un criterio di competenza. Certi lavori spettano alla proprietà e non potremmo comunque farli”.

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