rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Confcommercio: "In Umbria tasse altissime, tra i primi per Imu e Irpef"

E' 'boom' per la pressione del fisco a livello locale, lo comunica la Confcommercio perugina. Secondo l'associazione per le imprese in Umbria l'aliquota Imu è la più alta d'Italia e quella Irpef comunale tra le più pesanti

Crisi e tasse, aumento delle aliquote per sopperire all'aumento delle spese di comuni e amministrazioni, che devono dal canto loro sopperire alla diminuzione dei versamenti da Roma, la situazione non delle miglior e Confcommercio della provincia di Perugia ha reso noto una ricerca in cui si evince la situazione molto grave riguardo la nostra regione.

L’Umbria infatti ha il non invidiabile primato della tassazione Imu sulle imprese, con l’aliquota più alta in Italia: 1,06 contro lo 0,76 del Lazio e di molte altre regioni. Pesante anche l’aliquota regionale Irap, che grava sulle imprese per il 3,90.  Per quanto riguarda il peso complessivo dell’Irpef, l’Umbria si colloca al 13° posto nella graduatoria delle regioni italiane, con l’1,39 di Irpef regionale e 0,70 di Irpef comunale, tra le aliquote più alte.

Questo infatti è quanto emerge da un'analisi di Confcommercio, realizzata in collaborazione con il CER Centro Europa Ricerche, che dimostra, secondo Confcommercio della provincia di Perugia, come "uno degli obiettivi principali del federalismo fiscale, quello, cioè, di mantenere inalterata la pressione fiscale a carico dei contribuenti, è stato del tutto disatteso rendendo, pertanto, sempre più necessario un maggiore coordinamento fra le politiche tributarie attuate ai diversi livelli di governo. Non si trovano infatti, almeno fino a questo momento, tracce di compensazione fra i livelli locali e centrali, prevalendo invece una tendenza alla duplicazione di spese ed entrate".
 
La ricerca dell'associazioni dei commercianti riguarda un'evoluzione delle imposte che va avanti da vent'anni ma che negli ultimi tempi ha visto un'ulteriore accelerata, secondo i dati dell’analisi Confcommercio, per quanto riguarda le spese, tra il 1992, quando sono stati avviati i primi decreti sul decentramento amministrativo, e il 2012, le uscite primarie correnti delle amministrazioni locali sono salite da 90,5 a 205 miliardi, con una variazione cumulata del 126%. Nello stesso periodo la spesa delle amministrazioni centrali è passata da 225 a 343,5 miliardi, con un incremento del 53%.

A fronte dell'aumento della spesa sostenuta a livello locale i trasferimenti provenienti dalle amministrazioni centrali sono aumentati in misura molto contenuta, passando da 72 a 86 miliardi di euro, +20% in 20 anni. Non sorprende quindi che le imposte a livello centrale siano aumentate del 95% (da 186 a 362 miliardi) mente quelle riconducibili alle amministrazioni locali siano cresciute da 18 a 108 miliardi, con un eccezionale incremento di oltre il 500%.

Infine, nell'ultimo decennio, risulta quasi triplicato il peso delle addizionali regionali e comunali sull'Irpef complessiva gravante sui salari: dal 4,2% all'11,2% nel caso del lavoratore 'single'; dal 5,8% al 17,1% nel caso del 'coniugato'. Nel complesso, l'analisi Confcommercio mostra come l'auspicata riduzione della pressione fiscale non possa prescindere da una diversa attuazione del federalismo, che interrompa la duplicazione di funzioni e impedisca la sovrapposizione fra tassazione locale e centrale.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Confcommercio: "In Umbria tasse altissime, tra i primi per Imu e Irpef"

PerugiaToday è in caricamento