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Cronaca Fontivegge

Fontivegge, preso anche l'ultimo pusher "commesso" nel market della droga

All'alba dello scorso mercoledì 25 febbraio, erano stati catturati undici pusher che facevano parte di clan della droga nigeriano che operava sotto copertura all'interno del negozio di alimenti etnici a Fontivegge

Dopo gli arresti e l'indagine è stato ribattezzato il supermarket della droga a Perugia. L'African shop di Largo Curtatone e Montanara (zona Fontivegge) era meta di numerosi tossicodipendenti che si andavano a rifornire nell'esercizio commerciale, comprando ogni tipo di stupefacente. A mettere fine al giro, messo in piedi da Joseph Maureen, detto “Mama”, fu la Squadra Mobile di Perugia, diretta dal dottore Marco Chiacchiera.

Dopo ben quattro mesi si è chiuso il "cerchio magico" di Mama grazie all'arresto di Ose Bright, nigeriano 24enne, ricercato da tempo dagli uomini della Questura. Il giovane spacciatore si era allontanato dall'Umbria a seguito dell'ondata di arresti che avevano messo con le spalle al muro i suoi “compagni”. Il ragazzo si era così stabilito a Crotone in cerca di protezione.

AFRICAN SHOP, BLITZ DEI NAS: TROVATE CARCASSE DI TOPI

L'indagine - L’indagine, si era caratterizzata per la totale assenza di intercettazioni telefoniche, strumento tipico delle ordinarie indagini antidroga, mentre si era basata su un complesso sistema di videoregistrazione attraverso l’installazione di telecamere esterne ed interne al negozio. Fondamentali anche i continui recuperi operati direttamente sui singoli tossicodipendenti, spesso italiani ma in alcuni casi anche maghrebini, consumatori ed anche spacciatori a loro volta. Grazie alle cessioni “filmate” e documentate si è così arrivati a contare oltre 50(cinquanta) diversi episodi di spaccio al giorno, messi in atto dal gruppo dei nigeriani alle dirette dipendenze di “Mama”.

IL VIDEO - ECCO COME SI SPACCIAVA NELL'AFRICAN SHOP

All’esito dell’indagine, all’alba dello scorso mercoledì 25 febbraio, erano stati catturati undici pusher, tutti puntualmente rintracciati grazie ad una capillare conoscenza del territorio nonché dei loro spostamenti, essendo quasi tutti senza fissa dimora, ed altri sei connazionali non destinatari di misura cautelare, contestualmente, erano stati sottoposti alla misura di prevenzione dell’espulsione dal territorio nazionale e tempestivamente accompagnati presso il Cie di Bari.

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