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Cronaca Capanne

Suicidio a Capanne, radicali: "Carceri invivibili e sovraffollate"

Per il gruppo dei Radicali di Perugia, il dramma del suicidio nel carcere di Capanne solleva le discussioni sulle gravi condizioni di affollamento nelle quali versano le carceri umbre

Il suicidio nel carcere di Capanne del 36enne originario di Rieti che si è tolto la vita a Perugia, inalando gas da una bomboletta nel bagno della sua cella, rappresenta,  secondo Liliana Chiaramello segretaria di radicaliperugia.org l'ennesimo atto di denuncia delle drammatiche condizioni di sovraffollamento in cui versano i penitenziari della Regione Umbria.

Basti pensare che ci sono oltre 1700 detenuti ospitati nelle carceri umbre a fronte di una capacità di accoglienza dei quattro istituti di 700 persone. Il sovraffollamento determina conseguentemente difficoltà di organizzazione, carenza di personale e gestione delle strutture in cui i reclusi sono quotidianamente sottoposti a privazioni ancor più pesanti come il sottostare a condizioni igieniche pietose.

Proprio per questo è urgente una riforma della Giustizia e della sua appendice penitenziaria, che i Radicali ritengono una: "priorità rispetto ad ogni altra urgenza della politica del nostro Paese. Tali riforme legislative strutturali possono essere realizzate solo con il traino obbligato per legge dell’ aministìa, atto formale e controllato. Chiediamo per questo alle istituzioni locali e innanzitutto alla Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini di unirsi alla nostra battaglia e in particolare di aderire all’appello sull’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella, perché i problemi vengano risolti e non rinviati e perché l’Italia possa in qualche misura essere considerata una democrazia".
 

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