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Cronaca

Perseguita e minaccia e con un mazza l'operatore di una comunità: perugino rischia un processo per stalking

Con l’accusa di stalking il pm D’Onofrio ha chiesto per l’imputato, un 34enne perugino, il rinvio a giudizio e la prima udienza preliminare è stata fissata all’8 maggio 2018

Una escalation di persecuzioni e minacce nei confronti di un operatore di una comunità nel perugino presso la quale era stato ospite per un periodo. Con l’accusa di stalking il pm D’Onofrio ha chiesto per l’imputato, un 34enne perugino, il rinvio a giudizio e la prima udienza preliminare è stata fissata all’8 maggio 2018.

L'imputato – difeso dall’avvocato Francesco Areni - avrebbe cercato di rendere la vita impossibile all’educatore della comunità appostandosi sotto casa, minacciandolo di morte fino all’inquietante episodio dell’11 novembre del 2017. Quel giorno sarebbe arrivato nei pressi della struttura con in mano una mazza da baseball, avrebbe iniziato a colpire il cancello e il videocitofono, minacciando anche gli operatori “che li avrebbe ammazzati tutti”.

Una situazione al limite,  che portò all’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa così come stabilito dal gip Piercarlo Frabotta. A sporgere denuncia è stato lo stesso educatore della struttura, a causa dei comportamenti ossessivi e molesti del paziente, che era stato ospitato per un periodo di tempo nella comunità per poter seguire un percorso terapeutico. Nel 2015 però il paziente si allontana volontariamente dalla struttura manifestando, scrive il gip nell’ordinanza – "insoddisfazione nel trattamento ricevuto dagli operatori nei confronti dei quali, già da dentro la struttura, aveva manifestato particolare aggressività”.

Le condotte persecutorie sarebbero comunque iniziate a partire da ottobre – novembre 2016. Avrebbe cercato continui contatti con l'operatore, mediante “l’immotivata  e prolungata presenza davanti alla casa della persona offesa, e perfino davanti alla scuola media frequentata dal figlio, proferendo minacce di morte e costringendo l’operatore a dover alterare le proprie abitudini di vita, installando anche un sistema d’allarme nella sua abitazione e prendendo tutte le precauzioni del caso per evitare possibili “irruzioni” da parte dell’uomo. 

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